“Porte aperte” alla Facoltà di Teologia di Lugano
Nuova sede per la teologia a Lugano

Di Don Giorgio Paximadi
Professore incaricato di Antico Testamento


Dal 20 al 22 aprile si sono svolte, a Lugano, le “giornate delle porte aperte” della Facoltà di Teologia. Tutti hanno potuto visitare la nuova sede della facoltà, situata sul campus dell’Università della Svizzera Italiana, in via Buffi, ammirarne il pregio architettonico e, soprattutto, incontrare i professori e gli studenti

Il fondatore della facoltà, il compianto Vescovo Eugenio Corecco, desiderava che nella sua diocesi sorgesse un istituto per lo studio e l’insegnamento della teologia, al servizio della Chiesa di Lugano e della Chiesa universale. Egli voleva una realtà accademica dove un insegnamento teologico fedele al Magistero ed alla tradizione cattolica si coniugasse con l’apertura alla dimensione missionaria, e carismatica, senza dimenticare il dialogo ecumenico ed a quello interreligioso.

A sette anni dalla sua prematura scomparsa si può dire che il suo disegno sia ormai in via di avanzato compimento. In effetti la facoltà conta ormai quasi 250 iscritti, di cui quasi 170 sono studenti ordinari, ossia studenti che aspirano all’ottenimento dei gradi accademici (baccellierato, licenza e dottorato). Di questi studenti, oltre a quelli originari della Svizzera, dell’Italia e degli altri Paesi dell’Europa Occidentale, 40 provengono dai Paesi dell’Est, compresi quelli che componevano la parte asiatica dell’ex-URSS, come il Kazakistan, mentre altri 45 provengono da altri paesi di vari continenti (l’unico continente non rappresentato è l’Oceania). L’internazionalità della Facoltà e la sua apertura alle Chiese dell’Est, è una testimonianza del compimento dei desideri del fondatore; ma mons. Corecco voleva pure che l’apertura venisse esercitata nei confronti dei carismi di cui lo Spirito adorna la Chiesa, soprattutto in questi anni successivi al Concilio Vaticano II. Anche questo è avvenuto: numerose nuove comunità ecclesiali hanno scelto la FTL come luogo di formazione per i loro studenti. Al Cammino Neocatecumenale ed alla Comunità delle Beatitudini, presenti in modo massiccio fin dalla fondazione, si sono aggiunte altre nuove realtà ecclesiali, come la Fraternità Francescana di Betania (vedi) e la comunità Shalom. Tutte queste realtà erano presenti nella sede della FTL durante le giornate delle porte aperte: chi ci visitava poteva soffermarsi su alcune mostre che presentavano le diverse comunità ed incontrare dei membri di esse. I professori erano anche presenti per evidenziare l’aspetto più propriamente accademico della FTL. Il clima venutosi a creare nella palazzina della facoltà e la disponibilità e la simpatia con cui i nostri studenti hanno accolto i visitatori è stato senza dubbio uno degli elementi più caratterizzanti ed in un certo senso inattesi di queste giornate: chi si aspettava una Facoltà di Teologia paludata ed astrattamente accademica si è trovato davanti a dei ragazzi, provenienti da ogni parte del mondo e desiderosi di testimoniare la bellezza e la gioia del loro essere cristiani.

Momenti di riflessione
Naturalmente l’impegno più propriamente intellettuale e scientifico non è mancato. Tre sono stati i momenti di riflessione accademica durante le “giornate delle porte aperte”.
Nella mattinata di sabato 20 aprile, nella nuova Aula Magna dell’USI, si è svolto il solenne Atto Accademico di apertura, al centro del quale S. Em. il Card. Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, e dunque Superiore di tutti gli istituti di formazione scientifica della Chiesa Cattolica ha tenuto una fondamentale prolusione, delineando la storia dell’istituzione universitaria in Europa nel passaggio dall’università medievale, nella quale la disciplina teologica è posta al centro dell’orizzonte unitario di spiegazione della realtà, al modello universitario di stampo idealista, realizzatosi nell’università prussiana e sulla base del quale ancor oggi si organizza la vita accademica europea, nella quale il ruolo centrale appartiene alla filosofia e l’università è organica al servizio dello Stato e della formazione dei suoi funzionari. Un modello di sapere accademico – ha proseguito il Cardinale – in cui non ci si domanderà cosa sia il bene o in cosa consista la verità, ma solo in che modo un sapere scientifico possa essere usato con il massimo di efficacia ed il minimo di spese possibili per conseguire dei fini pratici definiti dall’autorità pubblica di tipo assolutista. La FTL, in quanto Facoltà Ecclesiastica, dipendente soltanto dall’ordinamento della Chiesa, con la sua presenza nel campus universitario luganese, accanto alle altre Facoltà pubbliche dell’Università della Svizzera Italiana, in una distinzione di ruoli ma in un dialogo fecondo, può offrire un contributo specifico all’elaborazione di un nuovo progetto di università europea, entrando in contatto con le altre realtà accademiche di diversa estrazione ed origine.
Al termine di questo solenne Atto Accademico di apertura, S. E. mons. Giuseppe Torti, Vescovo di Lugano e Gran Cancelliere della FTL ha consegnato alla Sig.ra Cele Daccò, la benefattrice per il cui generoso contributo è stato possibile realizzare la nuova sede della Facoltà, l’onorificenza pontificia di Commendatrice dell’Ordine di San Gregorio Magno.

Nuovi carismi
Un altro momento forte si è svolto nel pomeriggio di domenica 21 aprile nella sala Cittadella, accanto alla Basilica del Sacro Cuore. In una tavola rotonda, moderata da don Libero Gerosa, si è parlato di carismi, ed in particolare della funzione dei Movimenti e delle nuove Comunità per la nuova evangelizzazione così intensamente voluta dal Santo Padre. Le testimonianze personali, appassionate ed a tratti infuocate, di p. Pancrazio Gaudioso o.f.m.cap., fondatore della Fraternità francescana di Betania, di Moises Azevedo, fondatore della Comunità Shalom, presente soprattutto in Brasile, e di Cesare Gennarini, uno dei responsabili del cammino Neocatecumenale, hanno dimostrato ulteriormente, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’esattezza dell’intuizione del S. Padre, quando, parlando ai Movimenti ed alle Nuove Comunità nella Pentecoste del 1998, affermò che ormai è giunto il momento della loro maturità ecclesiale e che essi sono la risposta dello Spirito Santo alla drammatica sfida che i tempi moderni pongono alla Chiesa. Tra una testimonianza e l’altra i rappresentanti delle varie comunità presenti hanno eseguito canti propri delle rispettive esperienze: capita di rado che un atto accademico organizzato da un’istituzione scientifica si trasformi in un momento festoso; che ciò sia avvenuto è un altro segno della particolarità della FTL. Le testimonianze portate da questi fondatori o responsabili di realtà ecclesiali presenti nella FTL ci manifestano un volto della Chiesa giovane ed affascinante, certo più adatto a presentare Cristo agli uomini d’oggi di quanto non siano certe nostre istituzioni ecclesiastiche, necessarie certo, ma forse talora un po’ ripiegate su loro stesse.

Testimonianze di alcuni Vescovi
Un momento particolare di questa tavola rotonda sono state le testimonianze di S. E. mons. Mark Sopi, Vescovo di Pristina, nel Kosovo, che ha inviato alcuni seminaristi alla FTL, il quale ha presentato la realtà della sua Chiesa, minoritaria e spesso perseguitata ma capace di impegnarsi a fondo per l’annuncio cristiano, e di S. E. mons. Thaddeus Kondrusiewicz, Arcivescovo Metropolita della Madre di Dio in Mosca e presidente della conferenza episcopale russa, il quale, in un drammatico appello, ha protestato a nome della Chiesa Cattolica russa per la persecuzione cui è fatta oggetto la presenza cattolica: l’espulsione di un prete e di un vescovo e le crescenti difficoltà che vivono i cattolici russi certo non depongono a favore di un’effettiva libertà di coscienza in quella grande nazione.
Il gesto conclusivo delle “giornate delle porte aperte” è stato, lunedì mattina, la conferenza di S. Em. il Card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, il quale ha indicato nel recupero della dimensione spirituale e mistica una via per superare le attuali difficoltà in cui si dibatte il movimento ecumenico.
Per concludere occorre osservare che le “giornate delle porte aperte”, con la loro ricchezza di contenuti e vivacità di spunti, non sono state solo un’occasione per presentare l’esistenza e l’opera della FTL ad un pubblico più vasto del solito, ma hanno anche permesso a noi, che facciamo parte della comunità accademica di conoscerci meglio. Come professore devo dire che è per me estremamente significativo incontrare i miei studenti – e non solo i miei – al di fuori dell’attività istituzionale e poter parlare con loro della comune esperienza di fede in un contesto più distensivo di quanto non sia la normale e alquanto frenetica attività scolastica quotidiana. Penso che anche questo fatto sia in linea con il desiderio del nostro fondatore, mons. Eugenio Corecco, il quale ripeteva sempre che un’università è prima di tutto una comunità di professori e di studenti. La FTL ha dato testimonianza di esserlo.