Santi da scoprire
Santa BRIGIDA di SVEZIA

Di Patrizia Solari



Alcuni pensieri di Santa Brigida

"Non è la mancanza di gioia che ha spinto Dio a creare il mondo; è infatti impossibile che a Dio manchi qualcosa. Solo il suo infinito amore lo ha mosso a creare il mondo dal nulla, affinché anche altri potessero partecipare in eterno della sua inesprimibile gioia."

"Perché i figli del mondo sono così impazienti di fronte alla critica e alle offese? Soltanto perché cercano più la propria gloria che non la gloria di Dio."

"Dio è come un’abile lavandaia, che immerge il suo lenzuolo nelle onde per renderlo più bianco e pulito, ma che sta bene attenta a non lasciarselo sfuggire nelle acque."

"Disse Maria:

Ci sono due mezzi per raggiungere il cuore di Dio: il primo è l’umiltà di un vero pentimento, perché esso conduce l’uomo nel cuore di Dio. Il secondo mezzo è la contemplazione delle soffrenze di mio Figlio, che intenerisce il duro cuore dell’uomo e lo attira verso il cuore di Dio."

(da: Heilige Europas - Birgitta von Schweden, Erich Reichl - Innernzell, 1994)

Proprio quando cominciavo a riflettere sul santo da proporre per il numero di dicembre, la vita della Chiesa è venuta in mio soccorso: il 1. ottobre scorso, in occasione dell’apertura della seconda Assemblea speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi, il Papa ha proclamato compatrone d’Europa santa Brigida di Svezia, santa Caterina da Siena e santa Teresa Benedetta dellla Croce (Edith Stein). Siccome di santa Caterina e di Edith Stein avevo già parlato (vedi nri 2 e 3/1997 della Rivista) non c’era dubbio che avrei puntato la mia (e vostra) attenzione su santa Brigida. E questo lasciarmi portare dagli avvenimenti mi ha permesso, ancora una volta, di spalancare uno sguardo rinnovato su una interessantissima figura. Troppo facilmente la non conoscenza - o ignoranza - ci fa restare cristallizzati in immagini riduttive delle cose, che non corrispondono affatto alla realtà, e questo succede in ogni ambito della conoscenza.

Ecco dunque che concludiamo il Millennio accompagnati da questa donna radiosa (Brigida, nell’etimologia gotica, significa radiosa) che ha sintetizzato in sé tutto l’arco dell’esperienza vocazionale umana: essere sposa, madre, vedova e monaca; avere a cuore il particolare della vita quotidiana e le grandi vicende della società e della Chiesa. È proprio una figura da guardare!

Ragioni della scelta del Papa

"Brigida 1) (..) è conosciuta soprattutto come mistica e fondatrice dell’Ordine del SS. Salvatore. Non bisogna tuttavia dimenticare che la prima parte della sua vita fu quella di una laica felicemente sposata con un pio cristiano dal quale ebbe otto figli." E il Papa ci spiega che "indicandola come compatrona d’Europa, intendo far sì che la sentano vicina non soltanto coloro che hanno ricevuto la vocazione a una vita di speciale consacrazione, ma anche coloro che sono chiamati alle ordinarie occupazioni della vita laicale nel mondo e soprattutto all’alta ed impegnativa vocazione di formare una famiglia cristiana."
Inoltre santa Brigida fa da ponte tra il Nord e il Sud dell’Europa. Sentiamo ancora il Papa: "Il motivo poi che mi ha orientato specificamente ad esse (le tre compatrone n.d.r.) sta nella loro vita stessa. La loro santità, infatti, si espresse in circostanze storiche e nel contesto di ambiti <<geografici>> che le rendono particolarmente significative per il Continente europeo. Santa Brigida rinvia all’estremo Nord dell’Europa, dove il Continente quasi si raccoglie in unità con tutte le parti del mondo, e donde ella partì per fare di Roma il suo approdo."

Gli inizi

Vediamo allora di conoscere meglio il contesto famigliare e sociale in cui è vissuta Brigida e il percorso della sua vita, reso pellegrinaggio dal suo amore per la Chiesa e per gli uomini.
"Brigida nacque nel castello di Finstad a Uppsala nell’Uppland (Svezia), a una cinquantina di chilometri da Stoccolma, nell’anno 1303, da famiglia signorile e influente, legata alla casa regnante di Svezia. Era la secondogenita di sette figli. Suo padre, Birger Persson, proveniva dalla dinastia di Folkungar. Birger era in patria una delle personalità più eminenti del suo tempo: fu potente Langman, ossia governatore e giudice dell’Uppland. Fu sua la prima legislazione cristiana del Regno di Svezia. Birger fece filtrare nelle leggi svedesi lo spirito e la sapienza del Vangelo e un profondo senso umano (ricordate Olav di Norvegia? n.d.r.). Sua madre, Ingeborg Bengtsdotter, discendeva dalla vecchia stirpe reale dei Folkunghi. Ingeborg scampò miracolosamente a un naufragio, proprio mentre era incinta di Brigida, tornando da un pio pellegrinaggio alla tomba di santa Brigida di Scozia. La notte seguente Ingeborg ebbe la visione di un personaggio, circonfuso di luce e dall’aspetto misterioso e venerando, che le disse: ‘Sappi, o Ingeborg, che tu sei scampata al naufragio in vista di quella creatura che porti nel tuo grembo. Perciò la nutrirai con l’amore di Dio, perché da Dio ti è stata data’." La sera in cui Brigida nacque, si racconta che la Vergine apparve a un sacerdote che viveva non lontano da Vadstena (luogo dove sorgerà il primo monastero findato da santa Brigida n.d.r.) e così gli parlò: "Or ora è nata a Birger una figlia, di cui tutto il mondo udrà la meravigliosa voce". Da notare che da bambina Brigida fu creduta muta perché cominciò a parlare solo all’età di tre anni. "Nessuno allora avrebbe potuto immaginare che proprio con la parola avrebbe fatto sentire la forza della profezia cristiana in modo sorprendente e meraviglioso. (...) usò la parola per lodare e ringraziare Dio, per educare con dolcezza e forza i propri figli a una vita umanamente solidale e evangelicamente fedele, per scuotere con la profezia la comunità ecclesiale del suo tempo, per formare a una fervida vita religiosa le sue figlie spirituali, per incoraggiare i poveri alla speranza, per consolare i malati nel corpo e gli afflitti nell’anima, per diffondere la divina Parola con slancio missionario tra vicini e lontani."
E così Brigida fu nutrita con l’amore di Dio: "La famiglia della madre era molto conosciuta per la sua profonda religiosità e il castello di Finstad, dove Brigida visse con i genitori fino all’età di dodici anni, era un centro di raffinata spiritualità. I genitori dedicarono alla piccola Brigida ogni cura per formarla dal punto di vista umano e cristiano."
Ma l’infanzia di Brigida fu piuttosto breve, come era costume nell’epoca, anche perché a dodici anni perse la madre e dovette abbandonare il padre per essere accolta a Aspanäs dove visse per due anni presso una zia. All’età di soli quattordici anni, per desiderio della famiglia e per motivi politici sposò il diciottenne Ulf Gudmarsson, Principe di Nericia. "Ulf era un giovane ricco di molte doti umane e adorno di specchiate virtù cristiane, sovente richiesto del suo parere dal Consiglio di Stato e spesso da questo incaricato di assolvere delicate missioni."

Famiglia, educazione e carità

"Senza lasciarsi fuorviare dalle condizioni di benessere del suo ceto sociale (Brigida) visse col marito Ulf un’esperienza di coppia in cui l’amore sponsale si coniugò con la preghiera intensa, con lo studio della Sacra Scrittura, con la mortificazione, con la carità. Insieme fondarono un piccolo ospedale, dove assistevano frequentemente i malati. Brigida poi era solita servire personalmente i poveri."
Ebbero otto figli: quattro maschi (Carlo, Birger, Benedetto, Gudmar) e quattro femmine (Marta, Caterina, Ingeborg, Cecilia), cresciuti tutti respirando questa atmosfera di dedizione. Caterina, canonizzata nel 1489, così racconta: "Ricordo come mamma mi prendesse con sé insieme alle sorelle, quando si recava a visitare gli ospedali che aveva fatto costruire, e con le proprie mani, senza ribrezzo, fasciava le piaghe dei malati. E allorquando qualcuno la rimproverava di portare con sé le bambine che potevano contrarre qualche contagio, rispondeva che le portava con sé mentre erano ancora piccole, perché imparassero per tempo a servire il Signore nei suoi poveri e nei suoi malati." E ancora: "Mentre il babbo era in vita, e poi quando rimase vedova, la mamma non si sedeva mai a tavola senza aver dato da mangiare a dodici poveri.(...) provvedeva di dote le ragazze bisognose che desiderassero maritarsi, mentre aiutava altre ad entrare in convento. Visitava altresì le case di perdizione; e se qualcuna delle ragazze esprimeva il desiderio di uscire, la mamma insegnava loro a fare penitenza."
"Un’altro fronte dell’impegno educativo di Brigida fu l’incarico ricevuto dalla Corte di Stoccolma come maestra della giovane regina Blanka e quale consigliera del re Magnus." In questo contesto si coniugano le dimensioni personale e sociale dell’esperienza di Brigida: è qui che "matureranno i consigli che in diverse occasioni darà a principi e sovrani per la retta gestione dei loro compiti" e "nel pensiero della ‘mistica del Nord’ domina la legge della sintesi: dimensione umana, aspetto etico, apertura ascetica, elevazione mistica, impegno nel mondo, presenza attiva nella vita della Chiesa (...) si richiamano e si integrano. (...) per Brigida le virtù non sono vie autonome per raggiungere la perfezione, e tantomeno forme di isolamento della vita spirituale; esse sono concepite piuttosto come mezzi di partecipazione saggia e promuovente, santa e santificatrice alla vita della comunità umana e a quella della comunità cristiano-ecclesiale."

Dalla vita matrimoniale alla vita monacale

"Intorno all’anno 1340 Brigida lasciò il suo ufficio di corte per ragioni politiche, poiché apparteneva decisamente all’opposizione aristocratica contro le tendenze totalitarie del monarca, ma anche e soprattutto per dedicarsi più interamente agli studi e alla religione." Dal 1341 cominciò una serie di pellegrinaggi insieme al marito: dapprima in Norvegia, sulla tomba di sant’Olav, poi a Santiago di Compostela, con soste a Colonia, per venerare le reliquie dei Re Magi, a Marsiglia e Tarrascona, per pregare rispettivamente Maria Maddalena santa Marta.
"Attraversando la Germania e la Francia, colse l’impressione viva delle grandi questioni politiche e religiose del tempo: la guerra spietata tra Francia e Inghilterra, la lotta tra il Papa e l’Imperatore, (...) la ‘prigionia babilonica’ del Papa ad Avignone. (...) s’inserì intelligentemente e coraggiosamente nella selva dei problemi dibattuti in quella difficile ora storica, portandovi la luce della sua intelligenza profetica, la forza del suo buonsenso e una strenua opera in favore della pace."
Nel 1342, sulla via del ritorno dal pellegrinaggio, il marito si ammalò e si ritirò in un convento cisterciense ad Alvastra. Fu miracolosamente guarito per le preghiere della moglie e gli sposi emisero il voto di castità perfetta e operarono la scelta della vita religiosa. Ulf morì nel 1344. Brigida, che aveva 41 anni, si fermò presso il monastero dove era sepolto il marito e visse questo primo periodo di vedovanza, alla ricerca del compimento dela sua vocazione e non senza difficoltà, createle anche da parte dei parenti. Continuò la sua formazione teologica e ascetica, chiamando accanto a sé vari teologi del suo tempo e il monastero di Alvastra divenne un vero centro della vita religiosa svedese.

Dalla Svezia a Roma

Brigida ebbe nella sua vita, fin da piccola, molte visioni e rivelazioni, fonte nel tempo di non pochi interrogativi. Il Cristo la esortava a recarsi a Roma per attendervi il ritorno del Papa, Urbano V, da Avignone. "Brigida farà di questa scottante questione della Chiesa d’allora un punto fermo del suo impegno religioso e della sua attività eccelsiale: per la sua soluzione pregherà molto, praticherà mortificazioni e scongiurerà lo stesso Papa, anche con toni duri e decisi. Motivata dall’esortazione di Cristo, Brigida partì per Roma, annettendo al suo viaggio anche un’altra intenzione: quella di ricevere l’approvazione della Regola" dell’Ordine religioso che nel frattempo era nato, anch’esso per le richieste espresse dal Salvatore nelle visioni.
"Lasciata la Svezia nel 1349 (dopo un faticoso viaggio, accompagnata da un piccolo gruppo di sacerdoti e amici, arrivò a Roma proprio in tempo per partecipare all’anno santo del 1350) Brigida si stabilì a Roma (...). Il trasferimento in Italia costituì una tappa decisiva dell’allargamento non solo geografico e culturale, ma soprattutto spirituale, della mente e del cuore di Brigida. Molti luoghi dell’Italia la videro ancora pellegrina, desiderosa di venerare le reliquie dei santi." Passò così da Milano, Pavia, Assisi, Ortona, Bari, Benevento, Pozzuoli, Napoli, Salerno, Amalfi e al Santuario di San Michele Arcangelo, sul Monte Gargano. Tra il 1371 e il 1372 varcò anche il Mediterraneo, per giungere in Terra Santa.
"Fu con il senso profondo del mistero di Cristo e della Chiesa che Brigida si rese partecipe della costruzione della comunità ecclesiale in un momento notevolemente critico della sua storia. L’intima unione con Cristo fu infatti accompagnata da speciali carismi di rivelazione, che la resero un punto di riferimento per molte persone della Chiesa del suo tempo. In Brigida si avverte la forza della profezia. (...) Ella parla con sicurezza a principi e pontefici, svelando i disegni di Dio sugli avvenimenti storici. Non risparmia ammonizioni severe anche in tema di riforma morale del popolo cristiano e dello stesso clero."

Un’antesignana dell’ecumenismo

"Brigida è una figura ecumenica, già prima che nascesse la questione dell’unità dei cristiani (...). La santa svedese ci offre innanzitutto l’importante indicazione di una corretta metodologia ecumenica, secondo la quale si può essere autenticamente ecumenici solo se si è cattolici fino in fondo. (...) Brigida ha vissuto l’ecumenismo - fatto sempre di preghiera, riflessione, operosità - nello strenuo impegno profuso per:

1) unire anzitutto i Papi alla Chiesa, riportandoli nella loro Sede, che di essa è il centro;

2) ricondurre gli ecclesiastici di ogni grado alla loro missione mediante il richiamo a una vita degna della responsabilità ministeriale

3) risuscitare infine nei laici cristiani una testimonianza all’altezza della santità di vita e della responsabilità missionaria richieste dal Battesimo."

La rifondatrice dell’ordine, Madre Maria Elisabetta Hesselbad (1870 - 1957), anch’essa svedese, luterana convertita, ha saputo riprendere in modo mirabile lo spirito e il carisma della sua conterranea, a tal punto che venne chiamata la "seconda Brigida". Nelle nuove Costituzioni dell’Ordine Madre Elisabetta pose come scopo e oggetto principale delle sue attività apostoliche il ristabilimento dell’unità dei cristiani.
Santa Brigida morì il 23 luglio del 1373. "La morte non sempre parla di morte: spesso essa rivela la vita come nessun altro evento. (...) il suo letto di malattia fu l’ultima ‘palestra’ di virtù, dove essa rifinì la sua esistenza sponsale da offrire a Cristo.(...) Gli ultimi cinque giorni furono vissuti da Brigida con un’intensità spirituale unica, gestendo così, come una vera ‘signora’, anche l’ultimo brano della sua esistenza terrena. Negli ultimi quattro giorni non volle prendere cibo; desiderò solo un po’ d’acqua prima della comunione eucaristica. (...) A mezzanotte, prima che iniziasse il quinto giorno, con maestria pedagogica raffinata e delicatissima, radunò i figli e i famigliari, dando particolari consegne a ognuno di essi. (...) Alla figlia Caterina (...) lasciò come parole-viatico: ‘Pazienza e silenzio’. Dopo di essi venne la volta dei membri della famiglia, che invitò alla Messa del giorno seguente. Con simbolismo semplice ed eloquente Brigida giaceva in mezzo alla stanza sulla tavola (tuttora conservata a Roma n.d.r.) a cui spesso si era seduta per scrivere. Fino alla fine aveva voluto mantenere il contatto con il ‘legno’ su cui lo Sposo Crocifisso le aveva parlato. Facevano corona i figli Karin-Caterina e Birger, i suoi confessori, una sua grande amica romana Francesca Papazuri, altre nobildonne romane, tutti i domestici e diverse altre persone. Mentre uno dei suoi confessori, Petrus di Alvastra, elevava l’Ostia, Brigida alzò gli occhi per ringraziare il suo Dio e, mentre ripeteva le parole del Salmo 31, quelle che furono santificate da Gesù sulla Croce (Nelle tue mani, Signore, raccomando l’anima mia), s’addormentò fra le braccia del suo Sposo. Così le ultime parole di Brigida morente furono le ultime parole di Cristo agonizzante sulla Croce." Tale fu la profonditä del suo assimilarsi a Cristo. Fu canonizzata il 7 ottobre del 1391.

1) Le notizie sono tratte dalla "Lettera Apostolica" del 1. ottobre 1999, Libreria Editrice Vaticana e da Masciarelli, Michele Giulio, "Brigida di Svezia", Ed. LDC 1995

Il futuro dell'Europa e la responsabilità dei cristiani

Dalla Lettera Apostolica "Motu Proprio" di Giovanni Paolo II, per la proclamazione delle sante compatrone d’Europa - 1 ottobre 1999

La speranza di costruire un mondo più giusto e più degno dell’uomo, acuita dall’attesa del terzo millennio ormai alle porte, non può prescindere dalla consapevolezza che a nulla varrebbero gli sforzi umani se non fossero accompagnati dalla grazia divina: "Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori" (Sal 127 (126), 1). Di questo non possono non tener conto anche quanti si pongono in questi anni il problema di dare all’Europa un nuovo assetto, che aiuti il vecchio Continente a far tesoro delle ricchezze della sua storia, rimuovendo le tristi eredità del passato, per rispondere con una originalità radicata nelle migliori tradizioni alle istanze del mondo che cambia.

Non c’è dubbio che, nella complessa storia dell’Europa, il cristianesimo rappresenti un elemento centrale e qualificante, consolidato sul saldo fondamento dell’eredità classica e dei molteplici contributi arrecati dagli svariati flussi etnico-culturali che si sono succeduti nei secoli. La fede cristiana ha plasmato la cultura del Continente e si è intrecciata in modo inestricabile con la sua storia, al punto che questa non sarebbe comprensibile se non si facesse riferimento alle vicende che hanno caratterizzato prima il grande periodo dell’evangelizzazione, e poi i lunghi secoli in cui il cristianesimo, pur nella dolorosa divisione tra Oriente ed Occidente, si è affermato come la religione degli Europei stessi. Anche nel periodo moderno e contemporaneo, quando l’unità religiosa è andata progressivamente frantumandosi sia per ulteriori divisioni intercorse tra i cristiani sia per i processi di distacco della cultura dall’orizzonte della fede, il ruolo di quest’ultima ha continuato ad essere di non scarso rilievo.

Il cammino verso il futuro non può non tener conto di questo dato, e i cristiani sono chiamati a prenderne rinnovata coscienza per mostrarne le potenzialità permanenti. Essi hanno il dovere di offrire alla costruzione dell’Europa uno specifico contributo, che sarà tanto più valido ed efficace, quanto più essi sapranno rinnovarsi alla luce del Vangelo. Si faranno così continuatori di quella lunga storia di santità che ha attraversato le varie regioni d’Europa nel corso di questi due millenni, nei quali i santi ufficialmente riconosciuti non sono che i vertici proposti come modelli per tutti. Innumerevoli sono infatti i cristiani che con la loro vita retta ed onesta, animata dall’amore di Dio e del prossimo, hanno raggiunto nelle più diverse vocazioni consacrate e laicali una santità vera e grandemente diffusa, anche se nascosta."