Speciale
Caritas Insieme su TeleTicino il 9 giugno ore 20.30
Kristin
Lavransdatter: Il
film dal capolavoro di Sigrid Undset
50 anni fa moriva la grande scrittrice norvegese
Sigrid Undset, scrittrice norvegese, premio Nobel per la letteratura nel 1928,
moriva il 10 giugno del 1949. Per ricordarla, nel quadro del progetto di Caritas
Ticino sulle pari opportunità professionali dedicato alla sua memoria (vedi
pagine12-19), Caritas Insieme propone uno speciale su TeleTicino con il film
"Kristin Lavransdatter" tratto dal suo capolavoro, per la regia di
Liv Ullmann.
E di questa scrittrice ricordiamo le ultime tappe della sua vita. Sigrid Undset
dovette fuggire dalla Norvegia allarrivo dellarmata tedesca, poiché
la sua vita era in pericolo a causa delle sue denunce contro il nazismo. Il
20 aprile 1940 lasciò la sua casa a Lillehammer e risalì la costa norvegese
in camion, poi a piedi e infine con gli sci raggiungendo il confine con la Svezia.
Da lì proseguì in treno e il 10 maggio giunse alla stazione di Stoccolma dove
sua sorella Ragnhild laspettava.
Scesa dal treno con i vestiti sporchi, i capelli in disordine, gli stivali infangati
aveva un aspetto pietoso ma sembrava contenta. La prima cosa che disse scendendo
dal treno fu che voleva andare alla Croce Rossa per avere notizie dei suoi figli.
Non sapeva che il figlio Anders riposava da due giorni nel cimitero di Mesnalien,
accanto alla sorella Maureen Charlotte.
Nessuno aveva il coraggio di annunciargli la notizia, i suoi conoscenti e amici
si passavano lun altro il compito. Passò un giorno prima che una sua amica
Alice Kyttkens riuscì a parlargliene. Sigrid Undset nascose il viso fra le mani
e iniziò a gemere come una bestia ferita. Restò così un momento poi disse con
voce ferma che era fiera che Anders fosse morto per la sua patria.
Quel giorno iniziò il suo lavoro per la resistenza norvegese.
Partì per gli Stati Uniti e visse in esilio per cinque anni, durante i quali
scrisse un numero incalcolabile di articoli, e tenne innumerevoli discorsi.
Il primo alloggio che le fu messo a disposizione fu a Manhattan, in un quartiere
di artisti. "Facevano conto - disse - di avere con loro unartista
allegrona, premio Nobel, spiritosa e desiderosa di mostrarsi negli ambienti
letterari". Andò subito a cercarsi un appartamento in un quartiere modesto
e fuori mano. Lo trovò a Brooklyn e vi restò per tutto il tempo che si trattenne
in America.
Il rientro in Norvegia fu una dura prova, ritrovò la sua casa, chiamata Bjerkebaek
distrutta dai tedeschi che lavevano abitata e devastata. Il ritorno a
casa significò dover guardare in faccia e fare i conti con la morte del figlio,
con quella dellex marito e dei suoi migliori amici, probabilmente la lontananza
aveva in qualche modo offuscato il dramma, e il dolore lattendeva in tutta
la sua lucidità.
Sopravvisse quattro anni alla guerra. Da tempo la sua salute era minata, aveva
lavorato senza risparmiarsi, fumato troppo e era diventata troppo pesante, la
sua forza di volontà laveva sorretta ma il 9 giugno si aggravò. Fu ricoverata
nellospedale di Lillehammer dove la raggiunse una suora amica che voleva
accompagnarla nellultimo tratto del cammino della sua vita. Dopo una notte
agitata sembrò che il mattino stesse meglio e riuscì a convincere la suora a
lasciarla sola per andare a Bjerkebaek a riposare un po. Qualche minuto
dopo Sigrid Undset morì.
Morì sola, senza nessuno accanto a lei, senza ricevere i sacramenti, per lei
tanto importanti.
Questa sua morte in solitudine appare quasi ingiusta per una donna che è ha
descritto la morte con una drammaticità, verità e profondità che lasciano un
solco nel cuore e lo lasciano per sempre.