I "PO" sono UTILI!
Ridanno valore alle capacità lavorative delle persone



Intervista a Marzia Caratti del Centro Misure Attive, capo servizio controllo qualità delle misure attive.

D: In due parole, a che cosa serve un programma occupazionale (PO)?
R:
II programma d'occupazione temporanea è una misura di una durata massima di sei mesi. Chi può beneficiare di questa misura? Possono beneficiarne tutte le persone aventi diritto all'assicurazione disoccupazione, di tutti i livelli di formazione, di esperienza professionale e di qualsiasi età o sesso. Questi PO dovrebbero facilitare il reinserimento professionale nel mercato del lavoro degli assicurati disoccupati. Questo dei resto è l'obiettivo di tutte le misure previste dall'assicurazione disoccupazione.

D: L'obiettivo di un PO è quindi il reinserimento nel mondo dell lavoro. Quando questo non avviene significa che il PO non è servito a nulla?
R:
Diciamo che la misura attiva ha, in ogni caso, un'utilità per la persona disoccupata. Perché in ogni modo abitua l'assicurato e soprattutto l'assicurato di lunga durata, a riadeguarsi al nostro sistema sociale, che è incentrato sul lavoro. Permette di riprendere delle abitudini lavorative che, proprio a causa della disoccupazione, può aver perso. In questo senso, l'utilità di queste misure attive è collegabile non solo al reinserimento professionale, ma anche a quello sociale della persona. Riabituarsi al sistema. Quindi non solo reinserimento nel mondo del lavoro, perché quando questo non avviene la persona può comunque misurare le proprie conoscenze, le proprie potenzialità con un'attività lavorativa magari anche diversa da quella che aveva precedentemente. Può valutare se rivolgersi verso un'altra attività lavorativa e se può, da questa attività trarne sia profitto personale, che profitto professionale. Quindi motivo di rivalutazione, di stima di se stesso.

D: Quindi i PO tendono a valorizzare le capacità lavorative di persone disoccupate?
R:
Sicuramente, perché è un ridare valore alla persona. Il fatto di lavorare, per quanto breve sia questo periodo, restituisce stima alla persona in quanto tale. Siamo in una società dove il disoccupato si sente un po' un cittadino di seconda categoria, malgrado non sia colpa sua. Quasi tutti abbiamo vissuto questa situazione sulla nostra pelle in questi ultimi anni. Per cui il fatto di permettere a queste persone di lavorare, anche solo per sei mesi, è affermare che sono ancora parte della società, del sistema sociale, di un mondo del lavoro che regge tutto il nostro paese, tutta la nostra cultura. Quello che noi sotto il cappello assicurazione disoccupazione, cerchiamo di fare, è di offrire fin dall'inizio all'assicurato l'opportunità di seguire una misura attiva, che al più presto gli consenta di reinserirsi nel mondo reale del lavoro. Purtroppo non per tutti è il caso. Alcune persone in età avanzata, si vedono costrette a ricorrere all'assistenza. Si sta cercando di potenziare le offerte di misure rivolte proprio a questa fascia di persone, affinché non siano durante i due annidi disoccupazione, abbandonate a loro stesse.

D: C'è però chi sostiene che i PO costano troppo.
R:
È vero che se eliminassimo i PO risparmieremmo. Però elimineremmo delle spese a livello di PO, ma quel pubblico che ha bisogno di questo tipo di misure richiederebbe altri interventi maggiori da altre fonti. Per cui comunque una spesa o da una parte o dall'altra si ripresenterebbe. Eliminando questi PO, sicuramente non sfavoriamo le persone che hanno i mezzi per reinserirsi nel lavoro da soli, ma abbandoneremmo completamente coloro che invece i mezzi non li hanno. Con un programma occupazionale, una spinta supplementare è sicuramente data in questo senso.Vale la pena ricordare che con l'aumento della disoccupazione, si è avuto un aumento legato ai costi della salute. Durante la disoccupazione la salute psicofisica della persona è più vulnerabile a causa dello stress dettato dalla situazione economica e sociale e queste considerazioni sono avvallate da ricerche mediche e sociologiche.


MEGLIO ESSERE ATTIVI!

La testimonianza di Eba Martinetti utente del PO Mercatino

D: Lavorare 40 ore alla settimana pur essendo disoccupato è un po' strano. Ci racconti cosa sta facendo.
R:
Sto svolgendo un programma occupazionale che mi occupa praticamente tutta la giornata, al posto di essere a casa. Penso che sia meglio trovare un posto di lavoro tramite un programma occupazionale, essere attivi tutta la giornata e poter praticare la tua professione o in ogni caso, anche se non è la tua professione, qualcosa che ti tenga attivo.

D: Secondo lei, un PO aumenta le chances di ricollocamento?
R:
Secondo me sì, perché chiaramente se una persona sta a casa in disoccupazione, perde un po' tutti gli interessi, perde gli interessi per il lavoro. II rìcollocamento senza fare un programma occupazionale, sarebbe più dìffìcile.

D: E davanti alle persone che dicono che quello che lei sta svolgendo è inutile, cosa dice?
R:
Secondo me non è inutile. Le persone che parlano così non sono informate su che cosa sia un programma occupazionale e a che cosa serve un programma occupazionale.

D: La gente pensa o potrebbe pensare, che il PO è un'attività inutile e fuori mercato, dove le persone disoccupate sono posteggiate perché bisogna occuparle, piuttosto che lasciarle a casa a fare niente.
R:
Secondo me non è vero, perché un programma occupazionale, oltre che aiutare nella ricerca del posto di lavoro, aiuta principalmente il disoccupato ad essere attivo, a rendersi utile per qualcosa.

D: Lei non preferirebbe starsene a casa a dormire la mattina invece di venire a lavorare in un programma occupazionale? In fondo l'indennità la riceve ugualmente.
R:
Sicuramente a dormire sì, pero' ripensandoci penso sia meglio essere attivì, in un programma occupazionale, poter lavorare e essere soddisfatti alla fine della giornata di quello che si è fatto.