NON SOLO STATISTICHE

Di Giovanni Pellegri




Nel programma occupazionale incontriamo ogni anno centinaia di persone. Per alcuni, la disoccupazione, dopo decenni d'esperienze lavorative offre il dramma dell'improduttività. I progetti futuri si spengono davanti all'insicurezza economica. Le ricche e complesse relazioni sociali, nate dall'attività lavorativa, si trasformano in sguardi critici che cercano di scovare in ogni disoccupato un fannullone. Il salario non è più la forma classica di sostentamento, i lavori temporanei diventano ricorrenti. Nei programmi occupazionali si dimenticano le grandi fusioni dei giganti dell'economia e le rivoluzione tecnologiche che creano disoccupazione. Nei programmi occupazionali la disoccupazione assume altre sembianze. Non è più una fredda percentuale o il frutto di un'analisi socio economica, ma diventa una realtà drammaticamente umana. Storie di uomini e donne che esclusi dal mondo del lavoro non si sentono più partecipi alla costruzione della nostra società. Storie di figli che ogni giorno andando a scuola guardano i loro genitori che restano a casa disoccupati. Ma anche storie di genitori che, senza alcuna prospettiva futura, non riescono a reggere lo sguardo dei propri figli.

Recentemente abbiamo svolto una piccola indagine per capire se coloro, che nel corso del 1996 erano usciti dal programma occupazionale con un posto di lavoro, sono attualmente ancora occupati. Il dato emerso, molto importante, ha dimostrato che circa I'80% delle persone è oggi ancora impegnata in un'attività lavorativa o di formazione. Una semplice cifra, è vero, ma che esprime concrete soluzioni per molti. Una cifra nata da una sessantina di telefonate, che ci hanno permesso di raccogliere i sentimenti e le voci di madri, padri, mogli e mariti per i quali il tanto sofferto posto di lavoro era divenuto uno degli obiettivi prioritari. Lettere spedite, risposte tanto attese e mai arrivate, posti di lavoro insicuri ma mantenuti in mancanza d'altro, speranze di madri per il nuovo posto di lavoro del marito. Questo è un aspetto del mondo della disoccupazione. Forse il meno interessante dal punto di vista delle statistiche.

La disoccupazione per Caritas Ticino è anzitutto storia di uomini che attraverso gli strumenti del programma occupazionale cercano il reinserimento nel mondo del lavoro. Una lotta contro l'esclusione per evitare di finire in assistenza. Per non sprecare nessuna occasione, pubblichiamo ancora una volta l'invito ad utilizzare la misura speciale per evitare l'assistenza. Ricordiamo che le persone che potrebbero usufruire di questa misura devono annunciarsi al più o in quanto essa scadrà alla fine del 1997.



UNA MISURA STRAORDINARIA: I disoccupati che hanno concluso un periodo quadro senza aver accumulato i 6 mesi di lavoro necessari per aprirne uno nuovo di 2 anni dal '98 ci vorranno 12 mesi possono, completare il tempo mancante lavorando fino ad un massimo di tre mesi con un salario rimborsato dal Cantone. Questa misura eccezionale, valida solo per il '97, è autorizzata dall'ufficio cantonale assistenza. COME SI OTTIENE? Richiedendola al proprio comune, se non si hanno altri mezzi di sussistenza, fornendo una dichiarazione della cassa disoccupazione sul periodo contributivo di lavoro da completare max. 3 mesi . Attenzione: lavorare nei programmi occupazionali, dal '97, non conta più come periodo contributivo.

Sei un disoccupato che ha chiuso il suo periodo quadro? Se rischi di finire in assistenza una misura eccezionale per il 1997 potrebbe aiutarti ad evitarla o ad uscirne.