Non-profit che fa profit per carità


Di Don Ubaldo Orlandelli


Voglio raccontare come sono arrivato, insieme ad alcuni miei amici ed al mio vescovo di Novosibirsk, Mons. Joseph Wert, valutando attentamente i documenti del Magistero della Chiesa sulla carità e sul lavoro sociale, a pensare una nuova possibilità di fare carità.

Nel 1995 sono stato nominato direttore della Caritas più grande del mondo come territorio. Avevo da subito davanti agli occhi bisogni immensi e prima di muovermi volevo capire la situazione, quindi: vedere, giudicare e poi agire. Non è stato possibile. La Caritas che era nata in Russia con le due Amministrature apostoliche nel 1991, aveva già cambiato nell’arco di quei pochi anni, sei direttori ed io ero il settimo. La condizione della Caritas era abbastanza grave, sia a livello giuridico che economico. Dovevo agire subito per non essere impreparato davanti ai grossi problemi che si erano già formati nei vari progetti della diocesi e che urgevano di immediata soluzione, pena l’imbattersi poi in problemi giuridici ed economici irrisolvibili se non con la liquidazione dell’Organizzazione.

C’era un contratto con un’impresa per costruire il Centro della misericordia, formato da tre edifici. Ma i mezzi economici per far fronte agli impegni descritti nel contratto, non c’erano ed io ogni mese dovevo rispettare le scadenze contrattuali. Questo era il progetto più importante della diocesi, ma in essa, c’erano tantissimi altri progetti, ovviamente più piccoli, ma su un territorio di sette fusi orari: dagli Urali fino alle Isole Sakalin, dove il mare confina con il Giappone.

I primi tre indirizzi erano: vedere le capacità delle persone in diocesi per portare avanti i progetti diocesani che avevano un giusto indirizzo e diminuire quelli che avevano un indirizzo non reale o non adeguati alla situazione della Russia siberiana; cercare a livello giuridico di rompere il contratto, o per lo meno migliorarlo, con la ditta costruttrice che ci stava succhiando tutte le risorse senza poter intervenire; trovare i soldi necessari e le persone fidate per mantenere e ottimizzare il lavoro già svolto.


L’inizio

Durante i primi tre anni non ho iniziato nessun nuovo progetto ed ho continuato con quello che c’era, come nei tre punti.

Una continua corsa da tutte le parti per cercare disperatamente i mezzi, educare il personale, spiegare da come si posano le mattonelle ai muratori, a che cosa è il lavoro sociale della Chiesa cattolica agli operatori sociali.

Mi sono chiesto: “Deve essere sempre e solo così?” Mi sono risposto: “No, ci deve essere un altro modo di lavorare, un modo più adeguato!”

Già alcuni miei amici mi suggerivano diversi criteri, ma io pensavo, se Dio vuole che si faccia un lavoro, un’opera, allora mi farà anche trovare i mezzi per compierla, se non li trovo vuol dire che l’opera non deve essere fatta oppure che è sbagliata. Poi mi sono accorto che questo è giusto ma non è tutto. Sempre cercando mezzi economici incontravo molte persone benestanti e mi accorgevo che il loro modo di guardare la carità come virtù cristiana era molto ristretto. Così si è sviluppata, molto lentamente e con tanta incertezza iniziale, l’idea che il lavoro in sé è carità e che tutta la vita è un donarsi. Non è che dei ricchi diano mezzi ai più poveri, ma è una solidarietà più ampia che coinvolge delle persone con altre persone. Come questo coinvolgimento può essere intelligente e di vero aiuto per l’uomo!


Il non profit

Altro passo allora fu quello di unire il non profit con il profit, ciò che sembrerebbe inconciliabile, di fatto sono già legati, ma l’uomo non vede la loro unità e li tiene divisi.

L’uomo è uno e tutto il suo agire è uno e l’opera della vita è una, ecco perché nei prossimi mesi inizieremo a Novosibirsk un’attività commerciale della Caritas diocesana e questo con il prezioso aiuto di Caritas Ticino che ci ha sempre sostenuti in questo cammino e che apre nuovi orizzonti alla carità, orizzonti più consoni alla solidarietà fra uomini di buona volontà che vogliono veramente costruire la civiltà dell’amore, che fonda il suo operare sulla fede, speranza e carità.


Una nuova attività commerciale della Caritas di Novosibirsk

Don Ubaldo ed i suoi collaboratori di Caritas parte asiatica della Russia di Novosibirsk stanno iniziando una attività commerciale basata sul commercio di alcune merci provenienti dall’Italia e destinate al mercato locale, a quella classe media (guadagnano mensile USD 300) che ha la possibilità di acquistarli.
Lo scopo principale, infatti, è l’organizzazione di un negozio che crei guadagni con un commercio all’ingrosso e vendita al dettaglio di indumenti per uomo e donna di alta qualità ed accessori di merceria ed articoli in pelle. Gli articoli, saranno venduti a prezzi ragionevoli sul mercato di Novosibirsk, si tratta di articoli di collezioni di alto livello appartenenti a case di moda o stilisti conosciuti.
Prezzi competitivi, piazzando l’assortimento di articoli ad una larga fascia di clientela, limitando l’accesso ad nuova concorrenza sul mercato, sono le pre-condizioni per una positiva realizzazione del progetto.