La fiction fa cultura


Di Tatiana Pellegri-Bellicini



Dall’incontro che abbiamo fatto e che facciamo quotidianamente in Caritas Ticino con le molte donne in difficoltà all’interno del servizio sociale, con le volontarie e nei programmi occupazionali, e corroborati dalla lettera del papa alle donne è nata l’idea di fare qualcosa in favore della popolazione femminile. La condizione delle donne è in generale più disagiata di quella degli uomini, e anche i paesi come il nostro considerano i diritti delle donne meno importanti di quelli degli uomini.

 

Si trattava allora di scegliere la modalità e l’ambito. Per la modalità non è stato difficile, Caritas Ticino ha investito tempo e intelligenza nell’informazione, con questi mezzi è possibile raggiungere un gran numero di persone nell’intimità delle loro case, per cercare di cambiare la mentalità, le idee, promuovere dei concetti, insomma questa volta nel registro dell’essere non del fare. Anche la scelta della promozione della questione femminile nel lavoro, non è una scelta a caso. Caritas si occupa di disoccupati e di lavoro da molto tempo, infatti da oltre dieci anni, all’interno del programma occupazionale Mercatino, sono passate migliaia di persone disoccupate alle quali abbiamo offerto un lavoro vero. L’esperienza ha confermato l’ipotesi che un lavoro, non un’occupazione ma un lavoro, permette la vera integrazione sociale, ridà significato alla vita delle persone restituendo un ruolo all’interno della società e della famiglia stessa.

 

 

Progetto Sigrid Undset

 

L’associazione, informazione - lavoro - promozione della questione femminile, stanno alla base del progetto che noi abbiamo chiamato Sigrid Undset. Un nome un po’ strano, un amico ha detto che se avessimo studiato marketing dieci minuti non avremmo chiamato un progetto così… Noi però siamo stati contagiati dalla passione dell’ideatrice del progetto, Dani Noris per questa grande scrittrice norvegese, premio Nobel per la letteratura, che così la descrive:

Una donna che ha saputo essere protagonista della storia e degli eventi sconvolgenti che hanno attraversato tutta la sua esistenza. Ha scritto numerosi romanzi sulla condizione femminile dei primi decenni del secolo appena concluso, ha denunciato per prima i pericoli del nazismo, ha organizzato la resistenza norvegese, si è convertita al cattolicesimo e ha allevato da sola i suoi figli, dei quali una bambina malata ottenendo il premio Nobel per la letteratura grazie all’impressionante lavoro di ricostruzione del medioevo scandinavo nei romanzi Kristin Lavransdatter e Olav Audunsson. Così, non ci siamo lasciati spaventare da questioni linguistiche anche se quando pronunciamo il nome correttamente ci si annoda la lingua… Nella prima parte del progetto, nel corso del 1999, per promuovere le pari opportunità in ambito professionale, abbiamo realizzato delle emissioni televisive, degli articoli, dei dibattiti e una mostra fotografica. Lavorando su questa realtà abbiamo osservato che è soprattutto la mentalità da cambiare, come se i tempi psicologici fossero molto più lunghi dei tempi reali.

 

 

Il film

 

In Svizzera a livello professionale, ci sono ancora molte discriminazioni della donna, eppure ci sono delle leggi che sanciscono i diritti femminili e che li tutelano. Però queste leggi non possono essere applicate se nessuno le usa, per il semplice fatto che non se ne conosce l’esistenza. Questo lo spunto per la seconda parte del progetto Sigrid Undset; un film per divulgare la legge sulla parità a livello professionale, che contemporaneamente stimoli persone a riconoscere le situazioni sbagliate, addirittura perseguibili penalmente. Il film è composto da quattro storie di donne qualsiasi, che vivono delle realtà qualsiasi, in Svizzera.

 

Eveline è una donna sulla trentina, architetta, separata dal marito, che si trasferisce in Ticino dove abita la madre che si occuperà delle nipotine quando lei lavora. Eveline non trova lavoro, per tanti motivi, perché non è riconosciuta l’esperienza che ha fatto nello studio del marito, perché gli ambienti nei cantieri sono quasi esclusivamente maschili, ma soprattutto perché è donna e madre con i figli a carico. Si presuppone quindi che essa sia meno disponibile di un uomo, perché deve occuparsi dei bambini, perché un giorno potrebbe restare incinta, perché magari si risposerà e smetterà di lavorare.

 

Elena è una giovane ragazza, segretaria in un garage. Unica donna in un ambiente prettamente maschile, riceve continui apprezzamenti più o meno pesanti a sfondo sessuale, molestie che restano verbali ma che minano la sua sicurezza e le rendono la vita un inferno.

 

Emma è un’elegante signora, madre di due figli adolescenti, che lavora in un ufficio, il cui direttore è appena cambiato e al quale non va decisamente a genio. Le incombenze al lavoro cambiano e se prima aveva delle responsabilità ora deve preparare il caffè e ritirare le camicie del capo in tintoria, oltre a subire continui apprezzamenti negativi sulle sue capacità.  Emma fatica a riconoscere questa violenza che tecnicamente si chiama mobbing, soffre e cade in una depressione.

 

L’ultima protagonista, Eloisa, lavora in agenzia assicurativa da molto tempo. Il direttore è cambiato e si tratta di sostituirlo, lei sembra essere il candidato ideale ma è promosso Giulio, un collega che lavora nell’ufficio da meno tempo. Si scopre che effettivamente Giulio è il candidato ideale perché, di fatto, pur lavorando da meno tempo ha più esperienza, infatti si è occupato di pratiche più importanti. Ad Eloisa, senza che nessuno se ne accorgesse, erano attribuiti casi facili e di routine che non gli hanno permesso di avere un’esperienza adeguata per assumere un ruolo di responsabilità.

 

Queste donne si incontrano in un locale, il Sigrid Undset Club, dove oltre al calore dell’amicizia trovano l’aiuto per una presa di coscienza della loro situazione e per cercare di cambiare le cose, arrivando fino alla denuncia formale.

Le quattro tematiche, il rifiuto d’assunzione, il mobbing, le molestie sessuali e l’attribuzione dei ruoli, sono i temi centrali, ma abbiamo approfittato delle opportunità offerte dalla fiction per affrontare anche altri argomenti. Ad esempio, Eveline ha due bambine, è possibile discutere dell’educazione femminile. Elena vuole cambiare professione, quindi la tematica dell’investimento professionale delle donne, ecc.

 

 

Chi, dove e come

 

In un primo tempo il film sarà diffuso su TeleTicino per il grande pubblico. Le quattro storie potranno essere montate separatamente così da costituire quattro cortometraggi su videocassette che diventeranno uno strumento di lavoro, correlato da materiale didattico che permetterà di focalizzare le differenti tematiche. Per insegnare ad utilizzare il materiale prodotto, il progetto comprende due giornate di formazione per gli addetti ai lavori e per le persone interessate, che a loro volta diffonderanno materiale didattico e i film all’interno dei differenti ambiti della società civile così da moltiplicare la ricaduta del progetto. La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie al finanziamento dell’Ufficio Federale dell’Uguaglianza che ha stanziato quasi 200.000 franchi, che sembrano molti ma non sono tanti per la realizzazione di un film. L’obiettivo resta quello di realizzare un film soprattutto gradevole, anche se ci piacerebbe rifare Matrix.