Nuovo mercatino a Giubiasco


Di Dani Noris



La ristrutturazione del Mercatino dell'usato di Caritas Ticino è stato possibile grazie al coinvolgimento di tutti gli operai inseriti nel Programma occupazionale (PO).

 

Queste ultime settimane sono state un periodo di inaugurazioni: dapprima quella del mercatino-boutique di Chiasso, che ha trovato sede nella via centrale della cittadina di confine, in Corso San Gottardo 55. Successivamente l’inaugurazione di Locarno che si è trasferito in “zona sicura”, presso l’ospedale la Carità, dopo che l’alluvione di ottobre aveva sommerso, per l’ennesima volta, il vecchio mercatino, situato a pochi passi dal lago. Infine abbiamo inaugurato il nuovo mercatino di Giubiasco, che è stato trasferito sotto un’altra ala dell’immenso capannone in via Olgiati.

Quando a fine novembre ci siamo recati sul posto per pianificare i lavori per trasformare il capannone in un mercatino (Iper-mercatino visto lo spazio a disposizione) per poco non ci siamo messi le mani nei capelli. La struttura fatta di mattoni di cemento grigio, le ringhiere di ferro con la pittura smangiata, i pavimenti intrisi di olio e del nero degli pneumatici, davano un’impressione di squallore. Però socchiudendo gli occhi, usando un po’ di fantasia e immaginando colore e pulizia si riusciva a capire che con i dovuti interventi poteva uscire qualcosa di bello.

E così è stato e a metà febbraio abbiamo inaugurato ufficialmente il nuovo punto vendita.

Per Caritas Ticino l’inaugurazione significa innanzitutto affidare al Signore le persone e il luogo di lavoro, è per questo che abbiamo chiesto al parroco di Giubiasco di benedire la struttura.

Dopo aver letto un brano dell’antico Testamento, don Angelo Ruspini così si è rivolto ai numerosi lavoratori e clienti: “Siamo più fortunati noi di chi viveva nel deserto e leggendo questo racconto mi sono detto che anche questo mercatino è un segno di rivelazione. E’ un piccolo segno di solidarietà, di amore, di impegno, di speranza di trovare un lavoro. Ci dobbiamo davvero rallegrare tutte le volte che vediamo una piccola scintilla di un ideale grande. Grazie per aver creato questo piccolo segno di rivelazione.”

 

Quando si fanno grandi lavori di trasformazione e di cambiamento le persone coinvolte dimostrano una disponibilità fantastica. Lo abbiamo visto sia con i volontari di Chiasso e Locarno sia con gli utenti del  Programma occupazionale di Giubiasco che hanno preso la parola ai microfoni di Caritas Insieme:

 

Tutti abbiamo fatto di tutto e abbiamo reso il posto così come lo vedete adesso e ne siamo orgogliosi. (Fabia Dassiè)

 

Abbiamo fatto un po’ di tutto e avuto degli scambi con i colleghi. E’ stata un’esperienza molto interessante. Abbiamo cercato di dare il meglio di noi stessi per rendere tutto diverso, più accogliente, più bello, più vivibile. (Maria Vittoria Soggiu)

 

Io ho passato una settimana a fare il pittore. E’ stata una settimana bella, trovo che ci ha uniti nel senso umano. Abbiamo avuto uno scambio e c’era gente che andava avanti e indietro. E’ stato un modo per conoscerci molto di più e si è usciti da quello che era il solito tran tran del lavoro. E’ stato positivo anche per quello. (Mirella Rizzi)

 

Ho vissuto benissimo queste settimane di lavoro perché era tutto allegro, in armonia. Eravamo come una famiglia. Sono contenta di aver collaborato a realizzare questo bellissimo posto e sono orgogliosa. (Milka Risi)

 

Tutti insieme abbiamo lavorato e  trasformato. (Velia Ren-Lucente)

 

C’era tanto da pitturare. Più che altro dare lo smalto, dovevamo andare su con la scala… avevo un po’ di vertigini. (Oscar Destici)

 

Sono venditrice,  e quindi sono a contatto con i clienti. E’ un lavoro che mi piace tanto. Sono soddisfatta di come abbiamo  lavorato tutti assieme. Bello!  (Tiziana Beggia)

 

A coordinare il lavoro sono stati Mara Dubravac e Giovanni Raschetti, operatori di Caritas Ticino al Programma occupazionale di Giubiasco: “Questo è il più forte cambiamento che abbiamo vissuto. E’ stato un periodo particolare perché non è la routine del lavoro quotidiano, (ammesso che si possa chiamare routine, perché il lavoro non è mai routine).  Questo ha lasciato dei segni perché è un cambiamento che avviene in poco tempo, è palpabile, lo si vede.” (Giovanni). “Ringrazio tutti perché hanno fatto tutto il possibile per finire in tempo. Non guardavano l’orario, arrivavano prima e finivano tardi ed erano tutti molto contenti perché hanno messo qualcosa di loro qua dentro. Credo che anche i ragazzi abbiano più voglia di fare quando vedono il frutto del loro lavoro. Abbiamo cercato di fare il meglio possibile con i mezzi a disposizione  usando soprattutto la fantasia. Ci sono dei ragazzi che sanno disegnare e hanno provato a fare i pittori e hanno capito di esserne capaci. Due ragazze che stanno cercando lavoro dicono che adesso possono offrirsi anche come pittore perché alla Caritas hanno imparato!” (Mara)