Nuova situazione nelle case in Croazia
Nel 1993, dopo le tremende notizie sulla violenza alle donne in Bosnia ed Erzegovina, grazie alla solidarietà ticinese, Caritas Ticino aveva acquistato due case in Croazia per accogliere queste donne ed i futuri bambini.


Di Vera Podpecan



Abbiamo cercato di tenervi aggiornati scrivendo e parlando delle esperienze d’accoglienza avvenute nelle due case.
La guerra con le armi è terminata e malgrado l’amaro ricordo, la maggioranza di queste donne hanno ritrovato la forza di continuare a vivere. Con l’aiuto dal personale della Caritas di Zagabria hanno ritrovato fiducia. Molte di loro sono ritornate nel Paese di origine e chi non ha potuto si è trasferito in altre zone della Croazia o all’estero. Da quella purificazione etnica, molti bambini sono nati e sono state accettati dalle loro madri e da altri famigliari che hanno così potuto dar loro la luce di famiglia.

L’obiettivo per il quale le case sono state acquistate si può dire raggiunto. Come stabilito nella convenzione, stipulata con Caritas Ticino al momento della consegna delle due case, la Caritas di Zagabria ha continuato l’attività di accoglienza, cercando di dare dimora a chi si trovava in situazioni di grande disagio.


La casa di SAMOBOR

A fine giugno le donne accolte erano 6 con 15 bambini. Si tratta per tutte di situazioni di maltrattamento e violenza familiare. Le donne provengono dalle diverse regioni della Croazia, dove la Caritas è presente. Essa assicura la presenza di uno psicologo per le mamme e per i bambini, nonché un’assistente sociale che aiuta ad elaborare il loro vissuto e a costruire il loro futuro. Molto spazio è dedicato al lavoro di gruppo, seguito da personale specializzato, tra le diverse donne che almeno due volte la settimana si ritrovano per discutere e confrontarsi sul loro vissuto. I gruppi di auto-aiuto sono molto efficaci e permettono alle donne di parlare delle loro esperienze e di trovare valide soluzioni per il loro futuro.

Le donne accolte si occupano dell’economica domestica nella casa, coltivano l’orto e gestiscono un piccolo pollaio.

L’accoglienza è gratuita in quanto le persone non hanno risorse economiche sufficienti. È quindi la Caritas di Zagabria che si assume le diverse spese di mantenimento. Una parte dei padrinati che ancora provengono dal Ticino, servono a coprire le spese scolastiche dei bambini accolti, che durante il soggiorno si recano nelle scuole pubbliche di Samobor. Infatti, normalmente, le mamme trovano accoglienza per un periodo da sei fino a dodici mesi; in seguito vengono aiutate a reintegrarsi in famiglia oppure a trovare una soluzione adeguata per loro in altre zone della Croazia.

La responsabile della Caritas di Zagabria ci ha comunicato che il numero delle donne maltrattate che si ribellano alla loro situazione di disagio, sopportata da anni, sta aumentando in maniera preoccupante.


La casa di VRAPCE

Situata in un quartiere di Zagabria, ha subìto dei cambiamenti. Attualmente, in una parte di essa, sono accolte 4 donne e 2 bambini, pure loro provenienti da esperienze e da situazioni di maltrattamento. L’altra parte della casa è stata ristrutturata in funzione di un nuovo bisogno; l’accoglienza di un gruppo di 4 ragazzi e ragazze con handicap fisici diversi. Sono giovani rifiutati dalle famiglie o rimasti orfani, che hanno seguito una formazione professionale presso una casa della Caritas di Zagabria (acquistata grazie ad un contributo della popolazione austriaca e tedesca tramite Caritas), specializzata per la formazione professionale di persone handicappate. In seguito, questi giovani devono lasciare l’istituto per dar la possibilità ad altri di seguire il medesimo percorso. La casa di Vrapce, proprio per la sua collocazione sta diventando sempre più importante, perché permette a loro di avere un’abitazione in città e trovare un’occupazione più facilmente. La casa non diventa un luogo di vita definitivo, ma serve come soluzione intermedia per verificare le loro capacità lavorative. Se il lavoro è adeguato al loro handicap o viceversa, il personale di Caritas Zagabria li aiuta a trovare una soluzione abitativa definitiva, lasciando quindi lo spazio per nuovi giovani handicappati che terminano la loro formazione professionale.