Pensieri nella brezza dei giorni
video
con Graziano Martignoni
Pensieri nella brezza dei giorni. Nove paesaggi per nove soste: La quotidianità, di cui queste pagine parlano con diverse musicalità e diverse dissonanze, ci appare sempre più come un insieme disordinato di frammenti, una banchisa che si frastaglia dall'oggi all'indomani rendendo incerta la mappa e periglioso il viaggio. Queste pagine così rapsodiche provano a raccogliere alcune di queste tracce, come se fossimo affacciati alla finestra sul cortile della vita, dove si rincorrono il rumoroso vociare e i silenzi della solitudine. Nella brezza dei giorni le parole sembrano foglietti di carta, pronti a prendere il volo sfuggendo dalle nostre mani. Parole che oscillano fra viaggi e nostalgie, fra la complessità dell'educare in famiglia come a scuola, la ricerca di strategie di sopravvivenza ai deserti che ci abitano, la speranza che illumina i giorni e le parole ultime da cui la Morte sussurra o urla. Un cammino fatto di sentieri che si intrecciano, si mescolano, si disperdono, dipingendo nove paesaggi per nove soste, da dove guardare, partecipi, il mondo.
Tempo di Natale
Il Vangelo in casa
rubrica video
con don Roberto Bernasconi
Poveri, portatori di luce: sono i figli di Dio di Cristiano Proia «La parola che ascoltiamo durante le celebrazioni diventa vita attraverso l’esperienza umana». Per Roberto Bernasconi, diacono permanente e direttore di Caritas Como, quel ‘verbo che si fece carne’ è centrale nel brano del Vangelo, ampio e denso di concetti, dedicato al Battesimo di Gesù, scelto per questa seconda domenica di Natale. Quella che ancora una volta commenta, assieme a Dante Balbo davanti alle telecamere di Caritas Ticino per la puntata de “Il Vangelo in casa”. Siamo ancora a Como, nella piazza di San Fedele. «Qui un tempo c’era il duomo: questa era la piazza delle granaglie, sin dal tempo dei Romani. Lì dove ora c’è una pasticceria, c’era addirittura il battistero. Siamo nel cuore pulsante della città, e la Chiesa qui era ben incastonata nella vita della società civile». E su dove trovare, oggi, quella luce portata dal verbo, Roberto Bernasconi non ha dubbi: «Quando guardiamo i poveri pensiamo solo che hanno bisogno di tutto, perché mancano di tutto. Ma sono proprio loro i principali portatori di quella luce. Spesso, inconsciamente. Il rapporto con loro non è sempre semplice, la loro condizione è complicata dai loro bisogni. Ma se guardi fin nel profondo, scorgi quella luce che serve anche a noi per fare una riflessione globale sulla nostra vita, sulla ridondanza del superfluo, sulla necessità dell’essenziale. E su quella del dare agli altri, perché questo ci illumina anche su certe nostre povertà esistenziali, che possono essere ben più grandi di quelle materiali di cui loro sono portatori». Ma se chi accoglie la luce è figlio di Dio, i poveri, chiede Dante Balbo, ne sono quindi il modello? «Lo siamo tutti - dice Roberto Bernasconi - ma è l’affidarsi a Dio che fa la differenza. Noi lo facciamo sempre?».