Incontriamo CRISTO VIVO nella sua Chiesa

Di Cristina Vonzun




Oggi iniziamo un nuovo modo di concepire questa pagina, che di volta in volta presenterà con la parola dei giovani e delle persone della comunità cristiana, la vita di gruppi giovanili parrocchiali, di movimenti, di attività particolari che coinvolgono i nostri ragazzi in diocesi. Un modo per vedere se tutto quanto viene seminato nei nostri incontri diocesani, soprattutto la parte formativa rivolta agli educatori, trova poi un riscontro concreto sul terreno.

Siamo andati nella parrocchia di Gesù Cristo Redentore dell’uomo nel quartiere delle Semine di Bellinzona ad incontrare i giovani animatori.
In questa comunità è presente un vivace gruppo che vede una trentina di giovani tra i 14 e i 30 anni, ruotare attorno ad un gruppo di giovani animatori e il vicario della comunità, padre Richard Tamba.
Ma cosa ha spinto Alain di 23 anni, Fiorenza di 21, Matteo di 23, già impegnati nel mondo del lavoro come impiegati, chi in fiduciaria, chi presso ditte commerciali, Giovanni di 17 anni, che studia al liceo e Claudio di 26 anni, insieme con Sandro di 25 anni, coordinatore del gruppo animatori e studente a Milano, ad assumere questo servizio impegnativo in parrocchia? Ognuno, a partire dai suoi doni, si racconta:
Risponde Claudio: "Prima di cominciare un cammino di fede la mia vita era diversa, come se mi perdessi dentro cento cose senza senso. Passavo le mie serate in discoteca, poi ho incontrato il gruppo. Io non sono uno studente universitario e nel gruppo molti partecipanti sono studenti, per cui do il mio contributo come animatore prendendo a cuore l’unità, la relazione tra le persone. Molte questioni di vita le risolvo a partire dalla rilettura delle mie esperienze precedenti, lontano dalla Chiesa, non tutte positive".
Interviene Alain: "Io sono nel gruppo da due anni. La nostra amicizia è un fatto diverso dall’essere solo „soci". Qui si soffre, si cresce, ci si impegna insieme. Il livello di relazione è diverso. Nel gruppo il mio compito è di preoccuparmi di tutto quanto ha a che fare con lo svago, organizzando diverse attività oltre la normale serata in parrocchia. Al centro deve infatti esserci un’amicizia totale, vissuta fuori e dentro la comunità".
Anche Giovanni, che ha 17 anni, da quest’anno è stato promosso animatore, così si racconta: "La vita del gruppo, che si riunisce per un momento di crescita e di cammino di fede una volta alla settimana, è animata a turno da noi animatori, seguiti da Sandro e da Padre Richard. Alla fine dell’incontro io mi occupo della pulizia del nostro locale(la faccio e la raccomando agli altri). Ho deciso di impegnarmi perché non era più sufficiente vivere solo un cammino di crescita nella fede, questa infatti ad un certo momento ti muove verso gli altri, ti apre, ti chiede di fare un passo in più".
Sandro è l’animatore più esperto, quello che ha iniziato da tempo il cammino. Con lui ripercorriamo la storia del gruppo: "Il gruppo è nato dall’aver raccolto un bisogno: quello di alcuni giovani della parrocchia che desideravano approfondire la loro fede come esperienza completa che servisse per tutta la vita. Fede e vita insieme dunque ! Io ho iniziato 10 anni fa, quando avevo quindici anni e andavo al Liceo. Da cinque anni sono animatore responsabile del gruppo, e da qualche mese mi occupo della formazione del nuovo team di animatori. Ho accettato di vivere questo impegno, per vivere la fede anche come servizio al Signore, ai giovani e alla Chiesa. Essere animatore è stata una crescita costante, spirituale e come persona. La fede apre al dono, all’essere „adulto nella fede", cioè testimone come disse a noi ragazzi il Vescovo Eugenio, il giorno della mia cresima. Essere animatore è una sfida, un mettermi in gioco ogni giorno, in tante occasioni... andando a cercare i giovani, seguendo la loro vita, aprendo il gruppo alla vita della parrocchia in tutti i servizi che ci vengono chiesti. Il nostro gruppo si è formato piano piano, avvicinando i ragazzi dopo la Messa o a scuola. Ci siamo chiamati tra noi ad essere la Chiesa viva e giovane, mediante un gruppo parrocchiale aperto alla diocesi".
Come mai avete scelto di impegnarvi come animatori? Continua Sandro: "La forza di essere cinque animatori, un responsabile e l’assistente si manifesta nei carismi diversi di cui ognuno di noi è portatore: la formazione, l’unità del gruppo, le attività esterne, l’attenzione all’altro, i servizi amministrativi, la musica, l’animazione della Santa Messa domenicale. Sono tutti aspetti della vita cristiana. Se fossero svolti da un solo animatore risulterebbe meno evidente che l’elemento che costituisce la Chiesa è la comunione. Così ognuno ha un carisma per l’edificio comune".
Un’altra attività dei ragazzi del gruppo, che mette in gioco molto concretamente la loro vita, è quella di una particolare attenzione all’altro giovane in difficoltà (compagni di scuola, amici, parenti). Alain e Claudio sensibilizzano gli altri su questo punto e vivono in prima persona l’attenzione a queste situazioni. Racconta Alain: "proprio ieri sera sono rientrato tardi perché ho dovuto incontrare una mia amica che ha parecchi problemi. Stiamo seguendo diversi giovani, lo facciamo insieme come gruppo, cioè con il sostegno nella preghiera e nello scambio di esperienze, poi più personalmente io cerco di stare vicino a coloro che hanno difficoltà. Sto anche seguendo un giovane con problemi famigliari seri".
Il cammino di gruppo ha nell’incontro del venerdì sera e nella S. Messa della comunità, della domenica mattina, i suoi momenti più forti. Alain ci presenta cosa avviene in questi momenti: "Ci incontriamo tutti i venerdì sera, cominciamo con un forte momento di preghiera. Poi affrontiamo le schede sul messaggio del papa ai giovani, per il Giubileo, che costituiscono un buon cammino verso la GMG del 2000. E’ un punto di partenza che ci apre a 360 gradi sulla vita. I nostri incontri di discussione e di approfondimento non hanno un limite di tempo, anche perché siamo un gruppo in continuo movimento, che cerca la qualità prima della quantità.
I nostri incontri si concludono sempre con momenti di festa, spuntini, giochi insieme, ecc..."

Padre Richard aggiunge due parole sull’ apertura alla realtà della parrocchia che è molto di più del „solo" campanile: "stiamo portando avanti, in linea con il cammino giubilare, l’idea della Chiesa pellegrina che si fa incontro alle persone. Questo vuol dire muoverci verso le organizzazioni culturali e sportive del quartiere, per essere presenza tra gli altri. Un’altra apertura necessaria nel nostro contesto sociale di quartiere multiculturale è nei confronti di giovani cristiani provenienti da paesi africani o dall’ex Jugoslavia. Questi esistono ma non si vedono mai ai nostri incontri".
Quale è il ruolo di un sacerdote vicino ai giovani? Così Padre Richard, testimonia la sua scelta: "Sono convinto che i giovani siano il futuro della Chiesa. E’ necessario che i ragazzi abbiano vicino a loro qualcuno che li sostenga spiritualmente. Sostenere i giovani animatori significa non penalizzarli per gli eventuali errori che fanno: un giovane che si assume un impegno concreto rischia sempre di sbagliare. L’aiuto di un sacerdote è molto importante. La formazione di questi ragazzi da sola, non è sufficiente, necessitano anche e soprattutto di essere seguiti da vicino.
Il loro assumersi responsabilità è propedeutico alla vita: ciò che uno di questi ragazzi fa oggi come impegno di animatore lo farà domani nella sua famiglia, come padre, madre oppure in una vocazione religiosa, oppure come sacerdote. Dobbiamo vivere la Chiesa come totalità della nostra vita, non frammentata o separata dall’esistenza".
Cosa direste a quei giovani che vogliono formarsi come animatori oppure che lo stanno già facendo ma non hanno ancora osato buttarsi in un’esperienza in parrocchia? Risponde Sandro: "vivere la fede solo come formazione è come amputarla. La fede porta a dare frutti, perché è vita, è dono. Essere animatori è educarsi ad essere responsabili. Devo diventare responsabile delle mie scelte, di quello che faccio. Essere animatore è una vocazione in cui però è importante pensare che tutti sempre possiamo sbagliare e dobbiamo ricominciare".
Nella Chiesa ci sono molti movimenti, associazioni, gruppi. Questo per voi è un problema? Padre Richard: "facciamo spesso scambi con altri gruppi e con i movimenti. E’ un modo per aprirci agli altri. Abbiamo invitato i giovani di diversi movimenti al nostro gruppo, perché si presentassero e raccontassero come vivono".
Sandro precisa: "il nostro gruppo segue il cammino diocesano di Azione Cattolica, ma l’AC non è un assoluto. Conoscere i diversi movimenti, aprirci a partecipare ai momenti della diocesi è vivere l’appartenenza al Corpo di Cristo, alla Chiesa, a quel Cristo che è lui il vero assoluto: il centro del cosmo e della storia".