La Pastorale giovanile del Vescovo Eugenio Corecco: 5ª parte
Salvare a tutti i costi la giovinezza
Il Vescovo Eugenio al pellegrinaggio diocesano dei giovani a Czestochowa per la VI giornata mondiale della gioventù agosto 19991

A cura di don Carmelo Andreatta


1 - Nella docilità al Signore l'esperienza della Libertà (13 agosto)
Con il Cristianesimo è nata un'umanità nuova, non perfetta, ma molto più umana di quella che esisteva prima della nascita di Cristo.
Occorre nel cristiano una docilità al Signore: se una persona capisce questo quella persona cambia profondamente, incomincia un cammino reale nella realizzazione della vocazione che ha ricevuto. E' una fortuna riuscire a capire questo. A quel punto, infatti, la religione cessa di essere una esperienza formale, esteriore, fatta di precetti, di comandamenti e doveri che ci possono pesare addosso dandoci l'impressione di schiacciare la nostra libertà.
Quando una persona fa un cammino interiore con Cristo, come fa un cammino interiore con la sua fidanzata o fidanzato, si realizza in una piena libertà verso l'altro. Avvicinandoci a Czestochowa dobbiamo pensare a tutto questo.
2 - La Madonna: richiamo alla docilità interiore
La Madonna ci è proposta come punto di riferimento. E' diventata grande perchè ha avuto un rapporto grande, personale, profondo con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; rapporto che è possibile anche per noi. Non abbiamo bisogno di essere santi per avere questo rapporto: dobbiamo solo provare a svilupparlo per accorgerci che è possibile, per capirne l'entità e l'importanza.
Dobbiamo fare quello che il Signore ci ha detto: questa è la strada della salvezza. Questo oggi passa necessariamente attraverso la mediazione della Chiesa che è tutta quella comunità di credenti in Gesù Cristo che ha come punto di riferimento storico e spirituale il Papa e i Vescovi, ma che, in quanto comunità, è un soggetto al quale dobbiamo riferirci.
Se scatta dentro di noi la coscienza di appartenere a questo soggetto, cambieremo la società: fin quando rimaniamo individualisticamente ripiegati su noi stessi, prima di tutto non realizzeremo, come la Madonna, la nostra vocazione, in secondo luogo non faremo nascere nulla di nuovo e la Chiesa oggi richiama tutta la gioventù cristiana a porsi il problema della ritrasmissione della fede alle generazioni future, perchè capisce di rischiare il punto morto in questo momento.
Occorre allora, nella generosità del vostro cuore, che riusciate a captare questo segnale, ad accogliere questo invito, ad abbracciare questo compito.
Dobbiamo farlo insieme!
Per poterlo fare assieme, la condizione previa è la docilità interiore, il rispetto interiore per le cose che sono più grandi di noi, il rispetto interiore per l'esperienza di vita che la Chiesa ha fatto attraverso tutti i cristiani che hanno realizzato un ideale di fede nella loro vita.
3 - Breve richiamo alla Confessione
Confessarsi significa dire queste cose di se stessi al Signore, dire al Signore la propria posizione, cercare di mettere a nudo il fondo reale della nostra persona. Significa anche reinserirci nella comunione con gli altri: quando uno si confessa sente l'altro più giusto, più vero, perchè dobbiamo anche imparare a fare l'esperienza della comunione.
Una persona che incomincia a guardare le altre persone in modo diverso e sa che le altre persone credono come lui, se si confessa perchè vuole essere vera nei confronti degli altri, fa l'esperienza della comunione.
Da queste cose nasce un senso di Chiesa diverso da quello che certamente avete avuto voi, come se la Chiesa fosse qualcosa di estrinseco a voi stessi: la Chiesa, invece, è dentro al vostro cuore. Il saperlo assieme e reciprocamente ci fa capire la sua essenza.
4 - La "Nuova Europa" parte da "casa mia"
Voglio richiamarvi lo scopertine/copo del pellegrinaggio: mettervi nella prospettiva di un impegno universale che però è irrisorio e irrealistico se non diventa vero nel luogo particolare dove vi trovate. L'Europa non la possiamo fare a livello europeo; l'Europa la possiamo fare solo a livello della cerchia di persone con le quali noi siamo in contatto. Da un respiro così grande come quello che possiamo tirare qui a Czestochowa, dobbiamo saper trarre conclusioni concrete e precise nel nostro modo di vivere domani: il pellegrinaggio si svolge ad un santuario della Madonna per richiamarci a queste due verità fondamentali: Maria pur essendo una ragazza semplice, ma profondamente religiosa, ha saputo realizzare l'ideale più grande che l'uomo possa realizzare nel suo rapporto con Dio. Questo è possibile anche per noi. Maria, poi, ci ha dato la formula per realizzare quello che a lei, con la grazia di Dio, è riuscito: fare quello che il Signore "ci" dice!
Il Signore ci parla interiormente, ma il Signore ci parla in modo oggettivamente più sicuro attraverso la mediazione della Chiesa, il Magistero, ma anche attraverso la nostra convivenza dentro la comunità dei cristiani.

Omelia del Vescovo Eugenio nella Valle del Perdono, durante l'Eucaristia con tutti i Pellegrini partiti da Cracovia (13 agosto), qualche chilometro prima di Czestochowa.

Cari fratelli e sorelle, non bisogna farci tradire dalla psicologia moderna che ha tentato di disincantare perfino i bambini. Noi cristiani crediamo ancora oggi a quello che il Signore ci ha detto: essere come dei bambini che guardano il viso del Padre.
Il bambino è colui che è ancora disponibile. E' per questo che Gesù utilizza questo esempio: bisogna essere disponibili di fronte a Dio come il bambino è disponibile di fronte alla madre.
E' quello che ci domanda oggi la Chiesa per il tramite del Santo Padre e dei Vescovi che ci hanno convocato a Czestochowa.
Vi chiedono di ritrovare una nuova disponibilità di fronte a Dio e alla Chiesa, perchè la Chiesa vi dona un nuovo compito che è quello della nuova evangelizzazione. Senza una determinazione di disponibilità di fronte alla Chiesa che è la comunità universale di tutti i Cristiani, non sarà possibile rievangelizzare la società.
Ciò che vi si domanda è un'obbedienza interiore allo Spirito Santo che è nel vostro cuore e una obbedienza interiore di fronte al Magistero della Chiesa. Non vogliamo essere dei cristiani che "sono per il Papa e per i Vescovi", ma vogliamo essere dei cristiani che desiderano assimilare il loro insegnamento.
Se non si avrà questa disponibilità, questa umiltà del nostro cuore, questo saper seguire le indicazioni che la Chiesa ci dà oggi, non si entrerà nel Regno dei cieli. Il Regno dei cieli è la storia della salvezza. Senza la disponibilità della nostra anima di fronte all'appello della nostra vocazione personale e dell'appello comune che la Chiesa ci fa oggi, si rischia di rimanere ai margini della storia. La storia nel senso della "storia della salvezza". La storia della presenza di Cristo e della Chiesa nel mondo.
Ecco il significato del Vangelo che è stato letto oggi: restare disponibili, lasciarci guidare interiormente dallo Spirito Santo e dalla Chiesa in modo da lasciarci inserire nella vera corrente della storia che è la storia della salvezza.

Il Vescovo Eugenio rilegge, alla luce di un messaggio del S. Padre ai giovani, l'evento della Giornata Mondiale della Gioventù di Czestochowa, nell'ambito di un Ritiro Spirituale tenuto dal 25 al 27 aprile 1992 per i Giovani dell'Azione Cattolica.
· Czestochowa: un'immane Pentecoste
Il Papa dà un'interpretazione salvifica all'evento di Czestochowa e dice: "E' un evento storico la cui incommensurabile portata salvifica ha aperto una nuova tappa nel cammino di evangelizzazione del quale i giovani sono i protagonisti." Non è stata una cosa qualunque, al di là delle dimensioni che ha avuto: un milione e mezzo di giovani non è un fatto indifferente. Ma è a partire dalla propria fede che il cristiano deve dare un giudizio sulla storia. E' proprio su questo punto che il Papa ci fornisce un esempio, per capire come dobbiamo guardare agli eventi. E' stato un evento salvifico questo di Czestochowa, un'immane Pentecoste: chissà quanti ne sono tornati trasformati! E' stato un successo in tante parti del mondo, grazie alle persone che l'hanno vissuto. Sicuramente non è finito tutto lì, ma voi stessi, per quel che vi concerne, magari in modo diverso, vi accorgete che ciò che è avvenuto in voi è avvenuto su scala macroscopertine/copica. Dunque non è stato un evento puramente mondano e nemmeno religioso; ma un evento salvifico, in cui lo Spirito Santo si è manifestato e ha operato in tante persone.
· Non banalizzare mai gli incontri che facciamo: sono tutti momenti di Grazia

Questo lo dico per abituarvi anche a vivere gli incontri che facciamo senza mai banalizzarli, senza guardarli in modo riduttivo: anche questo (il ritiro spirituale) è un evento salvifico, perchè non è tale solo la celebrazione dell'Eucaristia. Questo incontrarci è una conseguenza dell'Eucaristia, è come se fosse una liturgia della Parola prolungata: c'è una profonda unità ed è un evento salvifico, per cui non possiamo sprecarlo. Ogni volta che vi mettete in cammino per dei momenti come questo, sappiate che sono dei momenti di Grazia, in cui il Signore, se siete ben disposti, può manifestarvisi. Anche questi sono dei momenti in cui può avvenire una nuova Pentecoste. Dobbiamo abituarci a leggere così gli avvenimenti a cui partecipiamo, altrimenti daremmo loro un'interpretazione moralistica o comunque riduttiva. Il loro significato, invece, lo dobbiamo cogliere in unione o dipendenza rispetto all'Eucaristia che celebriamo.
· Impegnatevi nel cammino della nuova evangelizzazione!
Il Papa dice anche: "...una nuova tappa del cammino di evangelizzazione del quale i giovani sono i protagonisti." Sviluppa quindi questo pensiero e dice che è un principio fondamentale che ogni categoria di età evangelizzi i propri uguali. Voi allora dovete essere protesi innanzitutto verso i giovani, i vostri coetanei; dovete sentire questo mandato, dovete appassionarvi e assumerli nella vostra offerta, e sentirvi responsabili nei loro confronti, in forza dell'ufficio sacerdotale al quale siete chiamati (grazie al Battesimo). Non è impossibile, perchè avete gli strumenti per parlare con loro, gli stessi problemi. mentre non c'è mai nessuno che riesca a dire loro una parola plausibile, viva, che non sia una semplice e pura proibizione riguardante il "fare". La parola deve essere positiva, deve proporre un vivere, non un'interdizione . Voi ve ne rendete conto e dovete prendere seriamente in considerazione questo fatto di sentirvi responsabili dei giovani: è quanto si concretizza nella figura dell'Animatore. Ma se anche non siete Animatori di gruppi dovete ugualmente sentirvi protesi verso i ragazzi della vostra generazione. Il mandato di annunciare il Vangelo diventa così possibile e concreto, perchè lo potete realizzare benissimo, dal momento che i giovani, i ragazzi, sono molto più alla vostra portata, che alla portata dei preti, i quali spesso, per vari motivi, non ce la fanno più. Questa responsabilità dell'annuncio di Cristo ai giovani è posta anche nelle vostre mani, è una solidarietà di generazione.
· L'edificazione della Chiesa: il compito della vita
Il punto che vi aiuta (nell'impegno dell'evangelizzazione presso i giovani) ed è imprescindibile, è la vostra appartenenza alla Chiesa. Infatti, vi rivolgerete ai giovani solo se per voi l'edificazione della Chiesa diventa il compito della vita. Guardate che non è facile perchè anche i migliori cattolici spesso non hanno la passione per la Chiesa come primo interesse (...). Dire che la famiglia è meno importante della Chiesa può sembrare blasfemo, ma non lo è: la famiglia, infatti, è "Chiesa domestica" per cui la si vuol trasformare, la si vuol vivere come luogo in cui lui e lei e i figli vivono l'esperienza ecclesiale fra di loro. I cattolici non si sono mai accorti che la Chiesa è la cosa principale della loro vita: la gente appartiene a tutto meno che alla Chiesa. Noi apparteniamo alla Storia della salvezza, non a questo mondo. Quando Gesù dice "siete nel mondo ma non del mondo" vuol dire questo. Noi vogliamo rendere presente nel mondo la Storia della Salvezza: questo è evangelizzare!
Ri - evangelizzare vuol dire rendere coscienti i battezzati che non è la storia del mondo, quella civile, che conta, ma la Storia della Salvezza. Penso agli atti degli Apostoli, alla storia della Chiesa della prima generazione, a quelle pagine che narrano come la salvezza si è diffusa nel mondo. E' questa la storia che ci interessa prima di tutto. Bisogna leggere le cose partendo dalla salvezza nella coscienza dell'uomo. Noi questo dobbiamo acquisirlo, in quanto ci è tutto contro, non si è mai parlato così; mentre è essenziale per la coscienza che dobbiamo avere. Allora: se uno sa che la sua storia è legata a quella della salvezza, diventa missionario, aiuta cioè l'altra gente a vivere l'esistenza con la stessa coscienza della verità ultima di quello che siamo.
· Il battezzato: un uomo nuovo
Dovete esaminarvi allora ed interrogarvi sul quanto sia chiara la vostra coscienza di appartenere alla Chiesa (e del vivere ogni cosa a partire dal fatto di essere battezzati).
Il battezzato diventa un uomo nuovo, una persona che inizia un cammino che è una storia diversa dalla storia degli eventi che capitano nel mondo. Per questo il Papa dice che a Czestochowa abbiamo vissuto un evento storico - anche gli storici dovranno prenderne nota - che ha aperto una nuova tappa di cui i giovani sono protagonisti.
Dovete sentirvi mandati alla vostra generazione per annunciare la salvezza, per rendere consapevole la gente che nel mondo esiste una storia diversa, quella che già voi state vivendo: il comportamento morale verrà come conseguenza. E' questo orizzonte che apre il cuore ad un giovane, che apre una prospettiva di vita, di impegno di unità della propria persona, che dà senso alla vita. Per poter fare questo dovete sempre cercare il baricentro della vostra persona, per capire dove siete "attaccati" veramente. La vostra appartenenza a Gesù Cristo e alla Chiesa deve diventare "il punto" che unifica tutto, che dà equilibrio, che colloca la persona in una posizione sicura.