Puntare tutto sui bambini e sui giovani
È la scommessa dei Paesi nei quali la guerra ha distrutto fisicamente e psichicamente la generazione dai trent'anni in su

Di Vera Podpecan


Cinque
giorni di permanenza in Croazia, in Bosnia ed Erzegovina per visitare le nostre opere e incontrare i responsabili e le persone che vi lavorano. Ecco, questa potrebbe essere la sintesi del viaggio effettuato durante il mese di ottobre e del secondo viaggio nel mese di novembre. Questi viaggi all'insegna della speranza e del desiderio di ricostruire là dove la guerra ha distrutto. Nessuno potrà mai dimenticare le atrocità di questa guerra, ma è pur vero che la voglia di vivere è capace di compiere miracoli.
Abbiamo visitato le due case, quella di Samobor e quella di Vrapce che dall'inizio hanno accolto donne e bambini dando un tetto e conforto a molte persone. Ancora oggi ci sono donne che provengono dalla Bosnia ed Erzegovina, donne che nei loro Paesi hanno perso tutto e si spostano al nord in cerca di un tetto e di un lavoro.

Non ha potuto mancare l'incontro con Jelena Brajsa sempre piena di idee, di progetti e con lei abbiamo effettuato un sopralluogo per constatare che i lavori per il pollaio, finanziato dalla nostra Caritas Ticino, stanno avanzando e entro fine anno (tempo permettendo) il pollaio potrà entrare in funzione e fornire cibo alle persone ospiti delle case della Caritas (più di 400 bambini) e alle persone bisognose.

Il nostro viaggio si è spinto più in giù, verso il confine con la Bosnia ed Erzegovina.
Siamo ritornati a Slavonski Brod dove nel mese di maggio avevamo inaugurato l'asilo finanziato grazie a una generosa offerta. Ebbene l'asilo funziona, i bambini accolti, quasi tutti provenienti dalla Bosnia: sta diventando un punto di riferimento per tutta la parrocchia. C'e un problema al riscaldamento e alla cucina; per il primo si spera di sistemare il tutto prima del freddo invernale; per il secondo momentaneamente si fa capo a una cucina per le persone anziane sole e povere.
Accanto all'asilo la parrocchia sta organizzando un Centro sociale per giovani che prossimamente potrà entrare in funzione.
La scelta fatta di puntare tutto sui bambini e sui giovani è la grande scommessa di questi Paesi nei quali la guerra ha distrutto fisicamente e psichicamente la generazione dai trent'anni in su.

Questi visi marcati da anni di difficoltà sapranno guardare al futuro con maggior fiducia? Noi pensiamo di sì, però solo grazie alla vostra solidarietà