Caritas Ticino e Programmi occupazionali per i disoccupati di lunga durata
Uscire dall'assistenza lavorando
Nuove proposte accanto alle strutture già collaudate per tentare di reinserire nel mondo del lavoro chi rischia la marginalizzazione : 150 posti per il 1997 nel programma Mercatino di Caritas Ticino che a rotazione permetteranno di inserire 450 disoccupati in 5 sedi, in una quindicina di attività

Di Giovanni Pellegri


Una vignetta apparsa qualche settimana fa sul settimanale romando "L'Hebdo" riassumeva bene il sentimento espresso da coloro che, leggendo i dati della situazione occupazionale in Svizzera, non vogliono guardare al cuore del problema: in questa vignetta, firmata da Chappatte, si poteva vedere una Svizzera delimitata da una solida e alta muraglia; attorno a questa isola vi era un' Europa straripante di disoccupati. Fatto nuovo, il nostro paese ne era ugualmente gremito. Una guardia di confine, osservando sbalordita questo triste scenario, chiede a un suo collega: "Chissà come sono entrati?"

Abbiamo sempre considerato la disoccupazione come una realtà da guardare al telegiornale sulle reti televisive estere, italiane, francesi o germaniche. Pensando ai problemi occupazionali ci siamo sempre ritenuti immuni da ogni forma di esclusione dal mondo del lavoro: l'opinione comunemente espressa era che solo i fannulloni, che godevano della propria poltronaggine, potevano essere disoccupati. Davanti ai 174.000 disoccupati presenti oggi in Svizzera, piano piano tutti cominciano a maturare l'idea che la disoccupazione non è più un affare di pochi disgraziati e nemmeno un fenomeno straniero filtrato attraverso qualche falla della muraglia Svizzera illustrata da Chappatte. La disoccupazione concerne tutti ed è quindi meglio imparare a convivere con essa. Convivere con questa nuova realtà significa inventare delle nuove strade affinché coloro che si trovano senza lavoro non siano semplicemente esclusi e messi da parte nell' inoperosità sovvenzionata.
Da ormai nove anni abbiamo tentato, con i programmi occupazionali, di lottare contro l'esclusione di coloro che, vedendo esaurirsi le indennità di disoccupazione, rischiavano di cascare nella trappola dell'assistenza. Le proposte di lavoro offerte dai nostri programmi occupazionali hanno permesso in questi nove anni di occupare 743 persone con attività industriali, agricole ed artigianali e di reinserirne il 30% nel mondo del lavoro. Accanto ai 10.000 disoccupati presenti in Ticino, stiamo ora assistendo alla nascita di un nuovo e preoccupante fenomeno di esclusione: un numero crescente di disoccupati finisce, una volta esaurite le proprie indennità, in assistenza. Queste persone, sparite da qualsiasi statistica sulla disoccupazione, hanno pochissime possibilità di poter ricostruire quei ponti indispensabili per non essere tagliate fuori definitivamente dal mercato del lavoro.
Ma quante sono queste persone? Di preciso è difficile dirlo. Si ritiene che in Ticino più di un migliaio di disoccupati siano già in assistenza. A questi, bisogna aggiungere altri 1.500 disoccupati che a fine luglio stavano esaurendo o avevano già esaurito le indennità dell'assicurazione disoccupazione. A partire dal primo gennaio 1997 la seconda fase della riforma della LADI (vedi riquadro) accentuerà ancor di più il travaso dei disoccupati verso l'assistenza, rendendo la situazione più grave. Impotenti e impassibili stiamo osservando la crescita di una spaccatura sociale che sta assumendo dimensioni preoccupanti: da una parte vi sono gli attivi, coloro che lavorano e che partecipano pienamente alla vita sociale del paese, dall'altra i senza lavoro che, sovvenzionati per essere esclusi dai processi produttivi, sono di fatto anche esclusi da una partecipazione piena alla vita della comunità. Davanti a questa emergenza sociale stiamo lavorando affinché tutte le possibili proposte che assicurino una reintegrazione nell'attività lavorativa dei senza lavoro possano essere applicate. In quest'ottica, oltre ai già collaudati programmi occupazionali stiamo pensando alla creazione di attività particolari che mirerebbero al reinserimento professionale di disoccupati in assistenza (vedi riquadro). Programmi di reinserimento che permetteranno a persone beneficiarie di sussidi cantonali di assistenza, di svolgere un attività lavorativa per un periodo massimo di un anno, riavvicinandosi così al mondo del lavoro.
Caritas Ticino ha sempre voluto dare la priorità nei programmi occupazionali a coloro che avevano terminato il diritto alle indennità o che erano a carico dell'assistenza. La nuova riforma della LADI esclude definitivamente dai nostri programmi questi utenti che passeranno nel pozzo dell'assistenza. Un cantante canadese affermava in una sua canzone: "La manière la plus efficace de tuer un homme, c'est de le payer à être chômeur". Oggi potremmo aggiungere una nuova strofa alla sua canzone: "La manière la plus efficace de tuer un homme, c'est de le payer à être exclus". I risultati positivi di questi anni ci hanno incentivato a non lasciare cadere le occasioni che abbiamo fra le mani perché siamo convinti che tutte le misure prese per lottare contro l'emarginazione in un ottica non assistenziale, possano dare a lungo termine dei buoni risultati non solo sociali ma anche economici.

RIQUADRO 1

Cosa cambierà la riforma della LADI?

Dal 1 gennaio 1997 entrerà in vigore la seconda fase della riforma della legge sull'assicurazione contro la disoccupazione (LADI). Ecco elencati i cambiamenti maggiori: i programmi occupazionali potranno essere svolti unicamente da persone aventi ancora il loro termine quadro aperto e non conteranno più quale periodo contributivo. In altre parole il programma occupazionale non darà più la possibilità di riacquistare il diritto alle indennità.
I giorni di diritto alle indennità saranno determinati in base all'età dell'assicurato: al massimo 150 per persone con età inferiore ai 50 anni, 250 dopo i 50 anni e 400 dopo il compimento del 60o anno. Durante questo periodo il disoccupato sarà incentivato a frequentare programmi occupazionali o corsi di formazione. Se queste proposte non permetteranno di cambiare la situazione occupazionale dell'assicurato, delle indennità speciali potranno essere stanziate entro il termine quadro biennale. Alla fine del periodo quadro se il disoccupato sarà ancora senza lavoro, uscirà dall'assicurazione disoccupazione per passare all'assistenza. E dell'ultima ora un'ulteriore novità particolarmente preoccupante perché rischia di snaturare il senso stesso dei programmi occupazionali: il salario percepito dai disoccupati inseriti nei programmi occupazionali non dipenderà più dall'attività svolta, come in un posto di lavoro normale, ma sarà equivalente alle ultime indennità percepite.

RIQUADRO 2

Ticino: 10'000 disoccupati

Nel mese di ottobre il tasso di disoccupazione medio in Svizzera è risultato del 4.8%. Negli uffici del lavoro risultavano iscritti 174.107 disoccupati, ai quali bisogna aggiungere tutti coloro che avendo esaurito i diritti all'indennità, non figurano più nelle statistiche. In Ticino i disoccupati ufficiali erano 10.314, quelli reali probabilmente più di 12.000. Il tasso di disoccupazione era il più alto dei cantoni svizzeri e pari al 7.4%. Si calcola che in Ticino nel periodo tra il 1990 e il 1995 siano stati persi circa 20.000 posti lavoro. Altro dato preoccupante: quest'anno i dossier trattati dall'Ufficio cantonale Assistenza Sociale saranno più di quattromila, tra questi molti disoccupati.

RIQUADRO 3

Programma Occupazionale "Mercatino Caritas"

Il Programma Occupazionale Mercatino nato nel 1988 è situato attualmente in quattro sedi (Lugano, Cadenazzo, Giubiasco, Pollegio), a cui si aggiungerà nel '97 Locarno, e svolge una quindicina di attività (artigianali e industriali) che non richiedono nessuna formazione specifica. Quest'anno con circa 120 posti, a rotazione 320 utenti hanno usufruito del programma e fra coloro che lo hanno ultimato il 30% hanno ritrovato un lavoro stabile. Con lo sviluppo delle attività sarà possibile nel 1997 aumentare i posti (al 100%) a 150. La particolarità del Programma è quella di proporre attività di tipo imprenditoriali che, pur non facendo concorrenza ai privati, riescono ad inserirsi nel mercato con una redditività del 15/20% dei costi globali. Il vantaggio è duplice: diminuzione dei sussidi richiesti e proposte professionali identiche a quelle reali del mercato del lavoro che aiutano l'utente a vivere situazioni lavorative normali e non palliativi occupazionali.
Dal '97 però non si potranno più inserire in questi programmi (LADI) i disoccupati che hanno finito il periodo quadro (che hanno quindi finito il diritto alle indennità di disoccupazione), che era un po' la caratteristica dei nostri utenti.
Per questo stiamo studiando una trasformazione che apra nuove prospettive anche per chi rischia maggiormente l'emarginazione (vedi riquadro sotto).

RIQUADRO 4

Lavorare in assistenza

Nei prossimi anni, molti disoccupati passeranno dalla disoccupazione all'assistenza. La scelta è quindi quella di offrire a queste persone o un sussidio di natura assistenziale oppure uno "stipendio sussidiato". Caritas Ticino sta cercando di creare, a partire dai programmi occupazionali attuali (LADI), una forma di inserimento lavorativo della durata al massimo di un anno al fine di reinserire nel mondo del lavoro coloro che sono fuori dal periodo quadro e maggiormente rischiano l'esclusione. In una prima fase abbiamo proposto al DOS (dipartimento opere sociali responsabile dell'ufficio dell'assistenza sociale) di riservare 10/20 posti nelle attività dei PO attuali per disoccupati in assistenza, ma in seguito si potrà pensare ad attività completamente nuove create specificamente per questo tipo di reinserimenti.
Con un'opportuna scelta degli utenti e delle attività lavorative, i costi di un programma di questo tipo non saranno comunque maggiori di quelli delle prestazioni assistenziali.