Rivista della Facoltà di Teologia di Lugano

RTLu N.2 1996

Di don Graziano Borgonovo

Ci
sembra doveroso iniziare questa nostra 'seconda navigazione' con una parola di ringraziamento ai nostri cari lettori. Nel dare alla stampa il primo numero eravamo ben consapevoli del rischio di una tale avventura. Una rivista in più, tra tante e di lunga tradizione, avrebbe potuto essere ignorata. Grazie a Dio l'accoglienza del primo numero della Rivista Teologica di Lugano ha superato di gran lunga le nostre attese. Gli scambi con riviste simili alla nostra e il numero delle sottoscrizioni raggiunto risultano piuttosto confortanti. Soddisfatti per aver superato il primo scoglio, il nostro animo ci spinge in avanti allo scopertine/copo di tentar di fare ogni numero della rivista con la stessa cura e passione come se fosse il primo. Vi invitiamo ad esserci compagni di strada anche per l'anno 1997.

Con queste parole - tratte in parte dall'editoriale del secondo numero della RTLu - abbiamo voluto accompagnarne l'invio agli abbonati all'inizio del corrente mese di novembre. Sono già piu' di 450 coloro che - privati cittadini o istituzioni pubbliche - hanno voluto onorarci con la loro pronta adesione (e si tratta di una cifra estremamente ragguardevole per riviste teologiche di carattere scientifico, raggiunta, nel nostro caso, fin dal primo anno di pubblicazione). Inoltre - ed il dato seguente è forse ancora piu' interessante di quello appena fornito -, con piu' di 60 riviste dello stesso tipo, espressione di Facoltà o Istituti di ricerca localizzati ovunque nel mondo, si è instaurato un rapporto regolare di scambio gratuito, cio' che consente alla nostra biblioteca di arricchirsi e agli studenti di accedere con facilità ad importanti strumenti di lavoro.

Alcuni passaggi delle numerose lettere di sostegno e apprezzamento, giunte in redazione nei mesi appena trascorsi, meritano di essere segnalati. "Ho ricevuto il primo numero della RTLu e mi congratulo di tutto cuore per questo bell'inizio: infatti, la presentazione tipografica e i vari contributi mostrano all'evidenza che qui si tratta di un lodevolissimo tentativo di raccogliere, per il bene della Chiesa intera, tutto cio' che di valido e di profondo si trova nel campo teologico, per trattare di problemi eterni in una prospettiva attuale, o di presentare informazioni importanti sub specie aeternitatis. Grazie per la tenacia di aver preparato questa rivista, e auguri per il proseguimento" (in lingua italiana, dalla Svizzera romanda). "Stimato direttore, benché in ritardo, non posso lasciar trascorrere altro tempo senza esprimerle le mie piu' cordiali felicitazioni per il primo numero della RTLu, che ho letto con grande piacere. Qualsiasi inizio è un'avventura, ma se si inizia cosi' bene, si puo' solo sperare che i passi successivi siano buoni quanto i primi. Le dico con tutta verità che la rivista mi ha incantato, sia per la sua veste grafica che per il suo contenuto, e sono certo che incanterà tutti" (in spagnolo, dall'Uruguay). Altre lettere, provenienti per esempio dagli Stati Uniti, dalla Russia, dalla Francia o dalla Slovenia, esprimono una valutazione analoga. Un corrispondente dalla Nuova Zelanda ci ha assicurato di aver personalmente distribuito prospetti pubblicitari della Rivista Teologica di Lugano nelle diverse librerie cattoliche del suo Paese. Ci è infine pervenuta richiesta di poter tradurre in piu' lingue un articolo apparso in maggio, sul numero d'apertura della nostra rivista.

Per gli "addetti ai lavori", i nomi degli Autori degli articoli di questo secondo numero (li trovate riprodotti qui sotto), non necessitano di presentazione. Per chi invece "addetto" non è, sarà sufficiente la lettura del testo per apprezzare il valore di chi l'ha redatto. E' infatti caratteristica dei "maestri" quella di trattare con chiarezza e (relativa) semplicità di argomenti che, complessi per loro natura propria, non cessano di toccare la vita di ciascuno.


Se la presentazione grafica della Rivista è risultata a tutti gradita (come le testimonianze riferite attestano), cio' è certamente merito anche di Caritas Ticino, che ad essa collabora con dedizione estrema. Sarebbe soltanto una palese forma di ingiustizia il sottrarsi ad un doveroso e pubblico ringraziamento.