Una sfida chiamata droga

Verso la depenalizzazione: dalla padella alla brace
La scelta del Consiglio di Stato non convince

Caritas Insieme ne parla con Graziano Martignoni, Fabrizio Barazzoni e alcuni giovani della Comunità Incontro

Di Mimi Lepori


Sulla rivista di maggio abbiamo dedicato spazio al tema della droga e con un artico intitolato "Un nuovo droga graben in Svizzera?" abbiamo aperto il dibattito a persone che, in maniera diversa operano in questo settore.
Qualcosa è cambiato dal mese di maggio? Per noi sì, infatti la presa di posizione del Consiglio di Stato che condivide la proposta di depenalizzazione del consumo di stupefacenti crea un'ulteriore spaccatura nel Paese. Questo droga-graben che vedeva soprattutto coinvolte le due Svizzere, ora comprende anche noi, e purtroppo il nostro Cantone si situa sul versante orientale; da Chiasso a Basilea l'asse è costiutito e questa stessa linea disunisce. Questa decisone è stata commentata dal direttore Roby Noris il 23 luglio '96 sul Giornale del Popolo e ci sembra importante far conoscere il pensiero di Caritas a tutti i nostri lettori. Ma se da una parte il Governo accetta di aderire alla depenalizzazione, dall'altra proprio a Berna la commissione sociale degli Stati non vuole lasciare nulla di intentato. Al vuoto del Consiglio Federale che non propone nessun controprogetto alle due iniziative (le ricordiamo: Gioventù senza droga e Droleg) i senatori hanno elaborato un articolo costituzionale che proprio durante la prossima sessione dovrà essere accettato dalla Camera dei Cantoni. L'articolo afferma che la politica della Confederazione e dei Cantoni deve mirare, deve tendere verso una società senza consumo di stupefacenti, lascia un'apertura per quanto attiene alle scelte che competono ai medici e oltre a condividere i quattro pilastri delle linee politiche del Consiglio federale -prevenzione, terapia, aiuto alla sopravvivenza e repressione- prevede delle misure per preservare o ristabilire la salute. Il dibattito ci permetterà di meglio capire questa proposta che se accettata può diventare il contro altare delle due iniziative.

Tra i nostri primi intervistati doveva esserci anche il procuratore pubblico Piergiorgio Mordasini che purtroppo non ha potuto offrirci la sua riflessione perché ricoverato in Ospedale. A lui facciamo gli auguri sinceri per una pronta guarigione e gli diamo appuntamento a un prossimo numero della Rivista.