Abbiamo letto per voi
La donna o il sacerdozio del cuore

La femme sacerdotale ou le sacerdoce du coeur
Éditions du Lions de Juda, Société des Ouvres Communautaires, 1992, Traduzione dal francese di Ezio Brambilla, editrice Ancora Milano, luglio 1993

A cura di Dante Balbo


Un libro intenso e forte come una tazza di caffè italiano, per le donne che non hanno paura di vivere in pienezza.

Si può leggere d'un fiato, come una tazzina di caffè che scuote i nostri sensi assonnati in un mattino d'inverno. E' breve e folgorante, fatto da una donna che riassume in sè le qualità di sposa, madre e figlia di una comunità di vita consacrata.

"Jo Croissant è la sposa di Ephraim, fondatore nel 1974 della Comunità Cattolica delle Beatitudini, dove vivono sotto il medesimo tetto, in un medesimo ritmo di preghiera e di lavoro, famiglie e celibi, uomini e donne, consacrati e non consacrati nel celibato.
In Italia la principale fondazione si trova presso il convento di San Silvestro a Montecompatri (Roma)."

"...Con umiltà e calore un'autentica donna si rivolge ad altre donne, e confida loro, semplicemente, ciò che ha potuto condividere con molte di loro in incontri personali o durante conferenze.
Molte di esse hanno ricevuto una luce inattesa, per vivere in modo nuovo e pieno la specificità e la bellezza della propria identità, e prendere il loro posto nella casa, nella Chiesa, nella società.
E le invita a realizzare ciò a cui è chiamata ognuna di loro: figlia di Dio, sposa di Cristo, madre degli uomini e dell'umanità.
Un'opera destinata ad ogni donna, qualunque sia il suo stato di vita, ma che potrà aiutare più di un uomo a comprendere il mistero della donna."
Fin qui le note di copertine/copertina, che accennano soltanto alla ricchezza di questo testo, pieno ad ogni passo di spunti interessanti.

Un altro modo di leggerlo è quello di un caffè pomeridiano in una domenica di primavera, gustandolo ad ogni pagina, senza fretta e nel calore di una amicizia condivisa.

Non voglio entrare nel merito del testo, che lascio alla sorpresa del lettore, ma vi comunico solo qualche impressione a caldo, da uomo che ha riscopertine/coperto nella vocazione della propria sposa uno squarcio di identità anche per sé.

Anzitutto Jo Croissant non ha paura delle parole e le usa con semplicità disarmante. Termini come sacrificio, sottomissione, umiltà, attraversano il libro, chiarendosi man mano in una luce che li strappa dalle reti della cultura dominante. Niente a che fare con il vittimismo, con la pavidità, con il servilismo cui le donne sono state spesso sottoposte, ma queste parole diventano il segno di una fede incrollabile, di una speranza che non delude, di una certezza che incarna la fede autentica nel Dio della storia.

La nostra cultura razionale e le ferite inferte alla donna dallo strapotere di maschi arroganti o di femmine disorientate ci fanno rabbrividire di fronte alla franchezza di questa sposa che riconduce la donna al centro della famiglia, ma per la strada della croce abbracciata e non respinta con violenza.
Una donna che riscopertine/coprendo la sua identità di figlia di Dio, sposa di Cristo e madre degli uomini, può ritrovare il posto che le era stato assegnato fin dal principio, quello di "aiuto dell'uomo, simile a lui, carne della sua carne e ossa delle sue ossa."
La maternità, centro della sua vocazione, non è solo una questione di utero, anche se nelle sue stesse realtà fisiologiche è scritta una modalità di essere specifica. Nel dare il suo sangue, la sua vita, per tutta l'esistenza dei suoi figli, la "madre" li genera alla vita, liberandoli.
"Oggi le donne non vogliono più partorire", e questo non è solo una faccenda di calo demografico in Occidente, ma un problema più profondo, legato alla possibilità stessa di continuità del genere umano in tutte le sue dimensioni, quella spirituale in primis.
Una guida in questa rivalutazione della propria identità è Maria, la figlia obbediente, la sposa fedele, la madre che ha continuato a generare Gesù fino alla croce.

Non inganni quindi il titolo, che non ha nulla a che spartire con le rivendicazioni di certa teologia riguardanti il sacerdozio ministeriale alle donne, ma un percorso per ritrovare il proprio ruolo sacerdotale di battezzata, in un modo diverso dall'uomo.
Se infatti questi, per vocazione, è chiamato ad offrire le cose e le persone a Dio in un sacerdozio che condivide con Dio la paternità, la donna è offerta, vittima in sé stessa, unita a Cristo, nel donare la vita.

Sembrerebbero questioni di alta teologia, invece, le testimonianze concrete di donne che trapuntano il libro calano questi discorsi dentro la vita quotidiana di copertine/coppie e famiglie reali. Sono brani di speranza, in cui la potente opera di Dio continua a manifestarsi nella storia di donne e uomini del nostro tempo. Quando la donna si accoglie nella sua identità e non accetta il ruolo di maschio che la società le impone nel nome di una presunta uguaglianza, che sta trasformando il nostro mondo in un regno di "androgeni", nella diversità si riappropria della parità reale, quella della dignità di essere con e non contro il suo compagno.

L'autrice non nega la mistificazione del ruolo della donna e le ingiurie che è stata costretta a subire, ma propone per la soluzione una strada differente, originale, in cui ristabilendo il giusto rapporto con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, la donna si apre alla sua funzione nella mirabile storia della salvezza per tutti.

Il mio caffè si è raffreddato, ma ne è valsa la pena, se sono riuscito ad incuriosirvi almeno un poco su questo libro che sicuramente dovremo rileggere in famiglia.
Non stupitevi poi se l'autrice è meno noiosa di me: sono solo un uomo!