Programmi occupazionali di Caritas Ticino
Un'isola verde per i disoccupati
Acquistata l'azienda orticola Isola Verde di Cadenazzo per mantenere una trentina di posti in più nel Progrmma Occupazionale di Caritas Ticino

Di Sergio Treta


Ricapitoliamo velocemente che cosa è successo all'interno della nostra struttura.

Dal 1988 Caritas Ticino è presente con il proprio Programma Occupazionale "MERCATINO", dapprima con la sede di Lugano, e poi con le nuove sedi di Giubiasco (gennaio 1994), Pollegio (maggio 1994) e Cadenazzo (1995).

Dopo una prima fase in cui il Mercatino si è prevalentemente rivolto verso attività di tipo artigianale, quali la sartoria, la falegnameria ed il restauro e il recupero mobili, con l'avvento delle sedi sopracenerine l'obbiettivo è stato spostato verso programmi con un forte carattere industriale: nel 1995, 300 tonnellate di vestiti usati sono state trattate nella sede di Giubiasco per essere riutilizzate in forme e modi diversi, 360 tonnellate di computer, stampanti, fax, fotocopertine/copiatrici ed altro materiale elettronico sono state frazionate e riciclate a Pollegio; 2'000 frigoriferi (su un fabbisogno ticinese stimato in 4'500 unità) a Bodio - presso la ex Monteforno, in un programma in collaborazione con la ATM - hanno subito il primo trattamento previsto dalla S.E.N.S. per lo smaltimento completo; infine, le aziende orticole di Pollegio, sul sedime dell'ex Santa Maria, e di Cadenazzo, presso l'Isola Verde, hanno prodotto rispettivamente 30 e 250 tonnellate di pomodori, oltre a quantità minori di altri ortaggi quali rapanelli, formentino, cetrioli, zucchine, ecc.

Tutti questi numeri hanno permesso di gestire nel 1995 nel solo Sopraceneri, 62 posti di lavoro, per una rotazione di 143 disoccupati (e 130 nel sottoceneri) che hanno lavorato all'interno del programma per un periodo massimo di 6 mesi. Analogamente per il 1996, sempre nel Sopraceneri, sono stati attivati 72 posti di lavoro che permetteranno una rotazione di circo 200 persone nel corso dell'anno. All'interno di queste cifre, la parte del leone la fanno le due aziende orticole, che per il 1996 prevedono 48 posti di lavoro, naturalmente a rotazione per un massimo di 6 mesi per ogni disoccupato.

L'orticoltura

Entrando più in dettaglio nell'ambito agricolo, a metà del 1994 Caritas Ticino decide di aprire un nuovo progetto nell'ambito dei programmi occupazionali, e cioè quella di creare un'azienda orticola sui terreni dell'ex collegio Santa Maria di Pollegio: scopertine/copo dichiarato è quello di sperimentare la gestione di un'attività di tipo industriale (che come tale ha delle esigenze quali per esempio un minimo vitale di produttività) che utilizza esclusivamente persone senza specifica formazione, rimaste da tempo al di fuori del mondo del lavoro causa l'attuale situazione economica.

L'opposizione principale a questo tipo di progetto come programma occupazionale la troviamo nella legge stessa: essa infatti prescrive che questo tipo di attività non può essere in concorrenza con altre attività professionali preesistenti. Questo ostacolo è stato superato grazie alla garanzia della FOFT (la federazione ortofrutticola ticinese di cui Caritas Ticino è diventata membro) di ritirare il prodotto del programma occupazionale di Caritas dopo aver ritirato tutto il prodotto degli altri membri della federazione stessa, cioè gli agricoltori ticinesi.

Come prima sperimentazione, privi evidentemente di qualsiasi tipo di esperienza nel ramo, abbiamo scelto una cultura tradizionale quale quella dei pomodori coltivati in piena terra in tunnel riscaldati. A fine anno, pur partendo con l'andicap di aver aperto l'attività a metà anno, abbiamo constatato (dati reali dell'azienda comparati con valori di altre aziende analoghe) che era realmente possibile ottemperare a quanto imposto dalla legge sui programmi occupazionali, riuscendo nel contempo ad ottenere dei parametri "industriali" ragionevoli per quanto riguarda la produzione.

L'avventura dell'Isola Verde

Forti di questa piccola esperienza, e desiderosi di approfondire meglio il problema, per il 1995, oltre a continuare l'attività di Pollegio, è stato deciso di aprire un altro progetto pilota: Caritas Ticino ha affittato e gestito l'azienda orticola Isola Verde di Cadenazzo, per i primi sei mesi dell'anno in collaborazione con l'Associazione Transfer Monteforno (ATM) inserendo ex operai Monteforno.

L'attività principale di questa azienda, una fra le più grosse della piana di Magadino, consiste principalmente nella coltivazione con tecnica hors-sol di pomodori e cetrioli, sia in serra che in tunnel riscaldati, e in modo minore nella coltivazione con tradizionale tecnica plein terre di altri ortaggi quali rapanelli, formentino, zucchine, ecc. in serra e/o in tunnel e/o in campo aperto: anche qui una nuova sfida.

Terminata la collaborazione con ATM, l'esperienza all'Isola Verde è continuata per i successivi 6 mesi dell'anno accogliendo disoccupati di lunga durata al posto degli ex operai Monteforno.

Al contrario di Pollegio dove l'esperienza di sei mesi poteva essere paragonata solo ad altre aziende analoghe, ma non uguali, nel caso di Cadenazzo, avendo a disposizione i dati raccolti nella stessa azienda nel 1994, verso la fine del 1995 è stato possibile fare una comparazione reale: l'azienda Isola Verde aveva avuto nel 1995 un raccolto pari a quello 1994. Unica differenza: nel 1994 sono stati assunti degli stagionali stranieri specializzati, mentre nel 1995 è stata impegata manodopera indigena non qualificata.

Ma la sfida più grande è stata la decisione, difficile, di acquistare questa azienda che altrimenti avremmo dovuto abbandonare. Non poteva più essere affittata ma solo acquistata per poter mantenere una trentina in più di posti nel programma occupazionale; e in questi giorni abbiamo firmato il contratto di acquisto.

Oggi possiamo affermare che le attività agricole rappresentano una delle possibili piccole nicchie all'interno delle quali sviluppare un certo numero di posti di lavoro per programmi occupazionali dove inserire quelle persone che, pur avendo delle capacità da esprimere, fanno molta fatica a ritrovare un lavoro a causa della situazione attuale di mercato che porta a lasciare a casa il cinquantenne perchè troppo oneroso in costi sociali, a non assumere il giovane senza formazione, ma anche il giovane appena diplomato che, pur avendo una formazione completa, non ha esperienza.

Per una maggiore riuscita in questo tipo di ipotesi, auspichiamo che le autorità cantonali riescano ad interpretare al meglio le leggi che permettono la realizzazione di questi progetti, attraverso la collaborazione con chiunque abbia a cuore la situazione del mondo del lavoro ed abbia delle idee interessanti in proposito.

Siamo altresì convinti che questa non sia l'unica attività possibile, ma che ne esistano altre ancora inesplorate. Non intendiamo certo creare dei mercati paralleli: solo sfruttare quelle attività che, pur essendo utili e ragionevoli, non producono un profitto sufficiente per creare una normale impresa, non sussidiata.