Nuove politiche sociali?
Tutti d'accordo nel riconoscere che le nostre politiche sociali debbano combiare, ma le opinioni divergono sul come. Caritas apre un dibattito

Di Mimi Lepori Bonetti


Il tempo stringe. Il dibattito iniziato circa dieci anni fa sta entrando in una fase decisiva. Gli slogans attorno al tema del più Stato o meno stato, la discussione iniziata sul modo come bisogna riorganizzarlo, ristrutturalo, smantellarlo o ridefinirlo è presente ogniqualvolta una legge sociale viene modificata o proposta. Appare ormai inevitabile che alcuni mondi devono lavorare insieme. L'esercizio non è semplice perché per troppi anni il mondo politico, economico e sociale ha scelto di non parlarsi. Sarebbe stato più facile farlo nel momento in cui insieme si poteva costruire e non ora che bisogna ridefinire e riorganizzare con l'assillo della riduzione della spesa pubblica. Il rischio di "tirare troppo la copertine/coperta dalla propria parte, fino a romperla " è alto, e a nessuno giova una spaccatura del patto sociale; questo patto sociale che ha permesso alla nostra società di crescere e consolidare un suo stato di benessere. Ma se questa comunicazione diventa l'esercizio da compiere, il tentativo fatto in dicembre da parte della destra economica con il libro "il coraggio di cambiare" (Mut zum Aufbruch di David de Pury, Heinz Hauser, Beat Schmid) è perlomeno risultato goffo. Una provocazione inutile in un momento difficile, dove le diverse teste pensanti della svizzera dovrebbero lavorare insieme per costruire il futuro e non giocare "al primo della classe". Comunque la pietra è stata gettata. Il libro che da piu parti (nel senso dell'arcobaleno politico) è stato criticato propone di rigenerare l'economia svizzera cavalcando due principi: quello della deregolamentazione e quello della privatizzazione. Per quanto attiene poi la politica sociale propone di ridurre le prestazione dell'AVS, di privatizzare l'assicurazione disoccupazione, di annullare l'obbligo del secondo pilastro e di ridefinire i contratti collettivi. E stato scritto che molte proposte contenute nel libro sono già state esaminate, che una parte sono già attuate, un'altra sono in fase di attuazione e che le rimanenti sono impraticabili.

Per quanto ci concerne, come servizio attento ai bisogni della società la provocazione di questo libro, così come il documento elaborato dal dipartimento competente sui tre pilastri, gli articoli apparsi prima e dopo la votazione sulla decima revisione dell'AVS, e le numerose dichiarazioni rilasciate durante il dibattito sui preventivi della confederazione son dei contributi importanti per meglio capire gli indirizzi futuri delle politiche sociali. La nostra sicurezza sociale è entrata in una fase decisiva; il modello di finanziamento deve essere cambiato perché quello attuale poggia su due grandi principi che oggi sono profondamente modificati: quello del pieno impiego, del lavoro per tutti e quello della stabilità familiare. Tutta l'impalcatura delle nostre leggi sociali si fonda su questi principi e oggi con le trasformazioni, i cambiamenti la rapida evoluzione i atto questa stessa impalcatura scricchiola. Dobbiamo avere il coraggio di cambiare. Certo. Ma come? Questo è l'interrogativo. Facciamo tesoro dei cambiamenti avvenuti in altre parti del mondo e dei problemi che questi cambiamenti hanno causato -penso a quelle società dove scelte politiche basate sulla competitività, sulla deregulation dura hanno spaccato, rotto la coesione sociale. Dove chi già era ricco lo è ancora di più, e chi si trovava nel ceto medio ora si trova in una classe inferiore e chi era nella classe bassa ora è fuori, escluso, senza lavoro e senza prestazioni sociali.

Il "come cambiare" diventa il dibattito vero. Il diritto di cittadinanza di ogni persona (anziano e disabile compreso) la non emarginazione dalla società per chi non possiede più il lavoro, il nuovo patto sociale da costruire (i diversi mondi che si parlano), la necessità di coniugare il bisogno di libera iniziativa (meno tutela da parte dello Stato) con l'indispensabile valore della solidarietà (tra i vari ceti e le di diverse generazioni), sono questi gli aspetti che devono trovare posto nel cambiamento che ci accompagnerà nei prossimi anni.

Caritas Ticino raccoglie la sfida e dal suo osservatorio e con l'aiuto di alcuni amici cercherà di portare il suo contributo.