Cattolici e Ortodossi in cammino verso l'unità

Di Padre Romano Scalfi


Registrare oggi la situazione di un cammino comune verso l'unità non è facile. Apparentemente sembra di essere giunti ad un vicolo cieco e non si vede come se ne possa uscire. C'è perfino chi parla di "notte dell'ecumenismo".

In realtà esistono delle difficoltà e ne parliamo inizialmente perché non resti questa l'impressione predominante. Indubbiamente durante il periodo della persecuzione era più facile intendersi: il nemico comune e la sofferenza comune consigliavano un'intesa comune. In quel periodo erano nati comitati di solidarietà in difesa dei credenti che riunivano concordi ortodossi, cattolici e protestanti.

Dopo la caduta del muro, paradossalmente la maggior libertà coincide con una minor capacità di accordo. Le accuse da parte ortodossa, quelle ricorrenti, sono l'"uniatismo" e il proselitismo dei cattolici che sfruttano la situazione difficile della Chiesa ortodossa.

Vi possono essere dei casi che inducono a sostenere questa tesi, ma chi conosce da vicino la situazione, sia cattolico sia ortodosso, ed è intenzionato a giudicarla senza pregiudizi, riconosce lealmente che si tratta di pretesti che nascondono motivazioni diverse.

In realtà, il motivo del dissenso da parte ortodossa, di una parte della Chiesa ortodossa, certamente la parte minoritaria anche se più combattiva, è un nazionalismo esasperato unito alla difficoltà di far fiorire il deserto spirituale lasciato da più di 70 anni di comunismo ateo militante.

Con i primi bagliori della libertà sembrava che tutto il popolo ritornasse alla fede dei padri. Nelle chiese ortodosse ogni giorno i battezzandi adulti si contavano a centinaia. Ma dopo un primo entusiasmo generale alimentato dalla "moda" religiosa, ora si nota perfino un calo delle persone che frequentano la Chiesa. Le cause sono molteplici e umanamente comprensibili: a distruggere si fa più in fretta che a ricostruire. Il nazionalismo religioso invece di riconoscere difficoltà oggettive e mettersi al lavoro, preferisce incolpare i cattolici e immaginare una strategia massonica ebraico-cattolica che ha già preparato un piano per l'estinzione dell'ortodossia.

Così, mentre in Occidente, se non sono morti del tutto, sono comunque in estinzione i pregiudizi antiortodossi, in Russia o in genere nell'ex impero sovietico, l'ondata anticattolica che accusa il Papa di essere l'anticristo e la Chiesa romana di aver organizzato il genocidio del popolo serbo è tuttora montante.

Tutto questo non riflette però l'autentico spirito dell'ortodossia. Oasi di autentico ecumenismo e di fraterna collaborazione fra le due Chiese stanno pure crescendo.

Recentemente il metropolita Filaret di Minsk, esarca del Patriarcato di Mosca per la Bielorussia, ha invitato alcuni del Centro Russia Cristiana ad inaugurare la mostra dei nostri testi religiosi in lingua russa ed ha voluto che parlassimo agli studenti della Facoltà teologica della città.

Nella mia ormai lunga esperienza di rapporti con i fratelli ortodossi, devo testimoniare di non aver incontrato mai un'atmosfera di simpatie e di reciproca comprensione come in questa occasione a Minsk. Un desiderio di arricchirci delle reciproche esperienze, come consiglia la recente lettera apostolica Orientale Lumen (1), una comune passione ad annunciare Cristo e una consapevolezza dei propri limiti, hanno permesso una reale comunione che raramente troviamo fra cattolici.

La diffusione dei nostri testi in russo (circa cinquecento al giorno) fra gli ortodossi è una prova del crescente interesse per il pensiero e la vita cattolica in ambienti in precedenza sospettosi.

Soprattutto fecondi ai fini dell'Ecumenismo sono comunque i rapporti diretti, che coinvolgono associazioni e parrocchie cattoliche con associazioni e parrocchie ortodosse. I gemellaggi mettono in contatto diretto le persone e nasce un'amicizia che elimina ogni pregiudizio.

Penso che questo tipo di ecumenismo sia quello che maggiormente riuscirà, non solo a far superare malintesi reciproci, ma anche a creare dei ponti di unità sempre più consistenti.

Il Ticino è sempre stato attento al mondo cristiano orientale.

I primi contatti di Russia Cristiana con Lugano risalgono a tanti anni or sono. Il desiderio di conoscere attraverso la Liturgia e l'iconografia il cuore del cristianesimo ortodosso ha da tempo caratterizzato il clima religioso di Lugano.

Un ulteriore impulso e una amicizia più grande sono nati da quando Mons. Eugenio Corecco è stato nominato vescovo. Lui ha voluto ordinare il diacono Bruno Negri e concederlo a Russia Cristiana perché potesse svolgere il grande servizio delle celebrazioni liturgiche. Ed ha voluto che almeno una volta all'anno venissimo a celebrare in rito bizantino nella sua Diocesi.

La stessa passione e lo stesso amore noi troviamo nell'attuale Vescovo. E' un'amicizia di lunga data che ci onora e che noi intendiamo coltivare riconoscenti.

1) Lettera apostolica di Giovanni Paolo II sul tema dell'ecumenismo - 2 maggio 1995.



PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI

di Patrizia Solari

La settimana di preghiera per l'unità dei cristiani appena conclusa ci dà l'occasione per riflettere sul tema dell'ecumenismo, che potrebbe sembrare un tema riservato ad alcuni particolarmente toccati o interessati, mentre è caratteristica peculiare del Cristianesimo. Del resto il Papa, nella sua lettera apostolica "Tertio millennio adveniente" esprime ripetutamente la sua preoccupazione ecumenica: "Tra le suppliche più ardenti di questa ora eccezionale, all'avvicinarsi del nuovo Millennio, la Chiesa implora dal Signore che cresca l'unità tra tutti i cristiani delle diverse Confessioni fino al raggiungimento della piena comunione." (n. 16)

(...) "Il cammino dell'unità non può conoscere ripensamenti, ma è irreversibile, come l'appello del Signore all'unità". Questa certezza deriva al Papa dalla fede , il punto di partenza più realistico per capire la vita e non lasciarsi impressionare dalle apparenze. Tutte le difficoltà e le incomprensioni non hanno la consistenza dell'economia divina che ci vuole salvare provocando nel mondo l'unità dei cristiani. "Gli steccati umani non raggiungono il cielo", come affermava un metropolita russo alla fine del secolo scorso. A rendere deboli questi steccati c'è la croce di Cristo che fonda oggettivamente l'unità tra cattolici e ortodossi. Conferma il Papa: "Abbiamo in comune quasi tutto, un legame particolarmente stretto ci unisce". "E' una la Chiesa di Cristo; se ci sono divisioni si devono superare, ma la Chiesa è una, la Chiesa di Cristo fra Oriente e Occidente non può che essere una, una e unita".

E' la posizione già sostenuta da Vladimir Solov'ëv: "Noi, tanto orientali che occidentali, pur con tutte le divergenze delle nostre comunità ecclesiali, continuiamo incrollabilmente ad essere membri della Chiesa unica e indivisibile di Cristo. Ciascuna delle due Chiese è già la Chiesa universale nella misura in cui essa tende non alla separazione, ma all'unità".

Sergej Bulgakov precisava: "La realizzazione di un'unione visibile deve già ammettere l'esistenza di un'unità. Non si può tendere a un'unità inesistente, non si può assumere un compito che non abbia già il suo fondamento in ciò che ci è dato".

Si tratta quindi principalmente di riconoscere un'unità che esiste; riconoscere un dono da cui è sempre possibile e doveroso partire. (...)

(da Romano Scalfi "Il compito dell'unità: riflessioni sull''Orientale Lumen" in La Nuova Europa, n. 4, 1995)

Questi concetti sono stati ripresi dallo stesso padre Scalfi nelle parole rivolte ai fedeli, raccolti nella chiesa di S. Nicolao a Besso lo scorso 14 gennaio, per celebrare una Divina Liturgia in rito bizantino-slavo, in occasione della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.

Padre Scalfi è direttore del Centro Studi Russia Cristiana, che si trova a Seriate, nella provincia di Bergamo.

Da vari decenni, la passione ecumenica e missionaria di padre Scalfi ha sviluppato un ricco lavoro di conoscenza e di incontro con le Chiese Orientali, attraverso continui contatti con queste realtà, la lettura e la meditazione dei Padri orientali, la riscopertine/coperta del pensiero religioso russo, la testimonianza della Chiesa perseguitata e della rinascita ecclesiale negli anni del regime sovietico, la celebrazione della Divina Liturgia secondo il rito bizantino-slavo, la traduzione di testi della Chiesa occidentale e la diffusione in Russia di letteratura religiosa.

Dal 1978, Villa Ambiveri a Seriate è anche sede di una Scuola Iconografica, la più seria e fondata sulla tradizione tra quelle esistenti in Italia, dove si studia in modo approfondito tutto il mondo dell'icona: i fondamenti delle tecniche di pittura di ogni tipo di icona, le diverse varianti stilistiche esistenti nell'arte bizantina e russa, la simbologia di quest'arte, dove nessun particolare è casuale, per non dire dei corsi di storia dell'arte medioevale del mondo cristiano. Tutto ciò con eccellenti risultati. Si è appena chiusa una mostra delle icone della Scuola di Seriate, tenutasi dal 3 dicembre 95 al 28 gennaio 96 presso la sede della Scuola.

Russia Cristiana, oltre alla ricca attività editoriale citata, presso le Edizioni La Casa di Matriona pubblica anche una rivista bimestrale dal titolo "La Nuova Europa".