Un "espe" fatto con le telecamere
L’esperienza di Marco Zappa con una classe delle scuole medie di Minusio a Caritas Insieme TV

A cura di Dany Robis



Un modo diverso di affrontare lo studio quello proposto alla Scuola media di
Minu-sio da Marco Zappa, conosciuto come musicista ma che è anche docente di classe e insegnante d'italiano. Nel corso dell’anno scolastico appena concluso ha proposto alla sua classe una serie di lezioni sulla proble-matica dell’incontro fra culture diverse, invitando diversi rela-tori impegnati soprattutto in Africa.

Poi, invece del solito compito in classe, ha invitato i ragazzi a esprimersi davanti alle telecamere di Caritas Insieme. Parte delle loro testimonianze sono state riprese e montate in una scheda che è servita da spunto per una riflessione comune nel Sigrid Undset Club trasmessa a Caritas Insieme TV su TeleTicino sabato 27 maggio scorso. E’ stata una sfida interessante che ha coinvolto i ragazzi in modo molto intenso.

Non facciamo niente, secondo me bisognerebbe aiutarli di persona. Ci hanno spiegato che i soldi che diamo certi governi li usano per comprare armi.

A noi va bene avere dei prodotti come il cacao, il cotone, il caffè, magari anche sapendo che questi prodotti sono stati coltivati dei bambini sfruttati. Non lo diciamo perché abbiamo paura che magari alzano i prezzi o non ce li fanno più importare.

Alcune ditte europee esportano prodotti che da noi sono dannosi e li vendono a loro che non ne sanno niente.

Riguardo allo sfruttamento non facciamo molto, anche noi ne approfittiamo un po’. Loro vengono pagati poco e noi comperiamo le cose. Anche noi cerchiamo di approfittarne in campo economico, per arricchirci e stare meglio noi.

Dobbiamo soprattutto imparare a rispettare la natura come la rispettano loro, perché noi più di siepi ed aiuole non facciamo, invece loro usano solo l’indispensabile.

Ho capito che noi abbiamo molte cose da insegnare a loro, ma loro ne hanno molte altre da insegnare a noi. Nonostante i loro problemi hanno sempre il sorriso e la forza di andare avanti, forza che noi nelle loro condizioni non avremmo mai. Da queste cose non si capisce più bene chi è il ricco e chi il povero.

Ho capito meglio quello che succede ed ho più rispetto per loro. Spesso prima, sfogliando delle riviste, non davo molta importanza a questi problemi, oggi ho capito che coloro che hanno scritto gli articoli stanno facendo la stessa cosa che io faccio adesso: informare gli altri. E’ molto difficile.

Non è indispensabile fare cosi grandi.

Più che cambiare la loro cultura dovremmo cambiare la nostra testa ed essere meno egoisti e egocentrici. Dovremmo, senza esagerare, pensare più a loro e metterci sullo stesso piano.

Ogni sola persona dovrebbe sentirsi responsabile perché un solo individuo può fare tantissimo.