Frammenti di diamante
Il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ha elaborato un documento, in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 4 giugno 2000




Il
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ha elaborato, in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 4 giugno scorso, un documento articolato e stimolante non solo per gli addetti ai lavori. Non abbiamo lo spazio per pubblicarlo per intero, ma vi offriamo qualche spunto che ci è parso significativo. Si tratta solo di pochi frammenti che servono nelle nostre intenzioni a suscitare la curiosità di vedere il diamante intero. Questo documento infatti, come tutti i documenti del magistero, è un diamante prezioso nel tesoro della Chiesa, per illuminare, con la sua luce, il cammino dei credenti e degli uomini di buona volontà.


Etica nelle comunicazioni sociali

12. In tutti questi settori, economico, politico, culturale, educativo, religioso e anche in altri, si possono utilizzare i mezzi di comunicazioni sociale per edificare e sostenere la comunità umana.

Tutte le comunicazioni infatti, devono essere aperte alla comunione fra persone. Per diventare fratelli e sorelle è necessario conoscersi. Per far ciò è importante comunicare più estesamente e più profondamente (Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e per le Società di Vita Apostolica, Vita fraterna in comunità, n. 29). La comunicazione al servizio di una comunità autentica si estende molto oltre l’espressione dei sentimenti del cuore. La piena comunicazione comporta la vera donazione di se stessi sotto la spinta dell’amore (Communio et progressio, n. 11).

Una comunicazione come questa persegue il benessere e la realizzazione dei membri della comunità nel rispetto del bene di tutti. Per discernere il bene comune sono tuttavia necessari la consultazione e il dialogo. È fondamentale che gli operatori delle comunicazioni sociali si impegnino in un dialogo di questo tipo e accettino la verità su ciò che è bene. E in questo modo che i media possono adempiere al loro obbligo di testimoniare la verità sulla vita, sulla dignità umana, sul significato autentico della nostra libertà e mutua interdipendenza (Giovanni Paolo II: Messaggio per la XXXIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 1999).

13. I mezzi di comunicazione sociale si possono utilizzare per bloccare la comunità e danneggiare il bene integrale delle persone, alienandole, emarginandole e isolandole oppure attraendole in comunità negative e incentrate su valori falsi e distruttivi. Possono fomentare l’ostilità e il conflitto, demonizzare gli altri e creare una mentalità del noi contro loro, presentare ciò che è basso e degradante sotto una luce affascinante, ignorare o sminuire ciò che eleva e nobilita.

Possono diffondere la disinformazione e l’informazione fuorviante, promuovere la volgarità e la banalità. La riduzione a stereotipi, basata sulla razza e sull’appartenenza a diverse etnie, sul sesso e sull’età e su altri fattori, fra i quali la religione, è dolorosamente diffusa nei mezzi di comunicazione sociale. Spesso, inoltre, le comunicazioni sociali trascurano quanto è autenticamente nuovo e importante, inclusa la Buona Novella del Vangelo, e si concentrano su quanto è di moda e bizzarro.

In ognuno dei settori che abbiamo menzionati si verificano abusi.

21. In tutte e tre le aree, messaggio, processo, questioni strutturali e sistemiche, il principio etico fondamentale è il seguente: la persona umana e la comunità umana sono il fine e la misura dell’uso dei mezzi di comunicazione sociale. La comunicazione dovrebbe essere fatta da persone a beneficio dello sviluppo integrale di altre persone.

Lo sviluppo integrale richiede beni e prodotti materiali sufficienti, ma anche una certa attenzione alla dimensione interiore (Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, n. 29; 46). Tutti meritano l’opportunità di crescere e di prosperare attingendo alla vasta gamma di beni materiali, intellettuali, emotivi, morali e spirituali. Gli individui hanno una dignità e un’importanza inalienabili e non possono essere sacrificati in nome di interessi collettivi.

29. Le comunicazioni sociali possono unire le persone in comunità in cui regnano simpatia e interessi comuni. Queste comunità saranno basate sulla giustizia, la decenza e il rispetto per i diritti umani? Si impegneranno per il bene comune? Oppure saranno egoiste e autoriferite, impegnate per il bene di gruppi particolari, economici, razziali, politici e perfino religiosi, a spese di altri? La nuova tecnologia sarà al servizio di tutte le nazioni e di tutti i popoli, pur rispettando le tradizioni culturali di ognuno? Oppure sarà uno strumento per arricchire i ricchi e rafforzare i potenti? Dobbiamo scegliere.

I mezzi di comunicazione possono anche essere utilizzati per separare e isolare. Sempre più, la tecnologia permette alle persone di raccogliere informazioni e servizi, creati unicamente per loro. In questo vi sono vantaggi reali, ma inevitabilmente sorge una domanda: il pubblico del futuro sarà costituito da una moltitudine di persone che ascoltano uno solo? Anche se la tecnologia può incoraggiare l’autonomia individuale, ha implicazioni diverse, meno desiderabili.

Invece di essere una comunità mondiale, la rete del futuro potrebbe trasformarsi in una rete vasta e frammentata di individui isolati, api umane nelle loro celle, che interagiscono mediante dati invece che direttamente fra loro. Che cosa ne sarebbe della solidarietà, che cosa ne sarebbe dell’amore in un mondo così?

Nel migliore dei casi, la comunicazione umana ha seri limiti, è più o meno imperfetta e corre il rischio di fallire. È difficile per le persone comunicare in maniera concreta e onesta con gli altri in un modo che non danneggi e serva al meglio gli interessi di tutti. Nel mondo dei mezzi di comunicazione sociale, inoltre, le difficoltà intrinseche della comunicazione spesso vengono ingigantite dall’ideologia, dal desiderio di profitto e di controllo politico, da rivalità e conflitti fra gruppi, e da altri mali sociali. I mezzi di comunicazione sociale oggi accrescono la dimensione della comunicazione, la sua quantità, la sua velocità, ma non rendono meno fragile, meno sensibile, meno incline al fallimento la disposizione della mente verso la mente, del cuore verso il cuore.