Kubrick non era immortale

Di Roby Noris




A tutto volume in cuffia il celeberrimo Requiem di Mozart su un espresso rumeno che da Costanza corre verso Bucarest. Alle spalle il matrimonio di Marco Fantoni con Eugenia in una cornice popolare - dove la parola "popolo" sembra significare ancora qualcosa -, ricchissima di colori, di tradizioni, di danze, di grida corali stridenti e di musica tradizionale elettrificata coi decibel fuori scala, per esprimere la gioia che esplode; una notte in bianco per scrivere, dopo la festa, un articolo da spedire con un mail via natel. Sto finendo di leggere Eyes Wide Open, dello sceneggiatore Frederic Raphael che racconta l’esperienza straordinaria della sua collaborazione con Stanley Kubrick per la stesura del testo del film-testamento del regista americano rifugiatosi a Londra, Eyes Wide Shut. Da una novella di Arthur Schnitzler ambientata nella Vienna di fine ottocento Raphael ha riscritto la storia diventata lo scenario del capolavoro di Kubrick ambientato nella New York attuale. Ascoltavo il Confutatis quando sono arrivato all’ultima pagina. Ecco le ultime righe di Frederic Raphael dedicate al suo rapporto col maestro: "Ai primi di marzo accesi la televisione per scopertine/coprire se il Newcastle aveva battuto in copertine/coppa l’Everton. L’aveva battuto. Sotto le immagini della vittoria del Newcastle scorreva una scritta che dava la notizia della morte di Stanley Kubrick. Anche gli immortali muoiono."

Un brivido di commozione, merito forse di Von Karajan, di Kubrick, di Raphael o della stanchezza.

Da Oituz, il villaggio contadino da cui sono partito alcune ore prima, dove ho rimpianto di non avere una telecamera fissa e una Steadycam per filmare la processione con gli sposi verso la chiesetta, faccio un salto agli antipodi, a quella realtà sfavillate di insegne al neon di Manhattan che Kubrick ha voluto ricostruire in Inghilterra per far muovere due magnifici Nicole Kidmann e Tom Cruise: la copertine/coppia gettata in un a fondo vertiginoso della propria vita, messa a nudo, alla ricerca dell’infinito, nell’incrocio di due sguardi che riscopertine/coprono dolorosamente la possibilità di amare.

Alla ricerca della verità, da una chiesetta rumena a un appartamento in Central Park West. Cosa può esserci in comune fra il matrimonio di una copertine/coppia reale, Marco e Eugenia, a cui il celebrante ricordava che quel momento deve diventare per sempre il punto di riferimento della loro vita, e la storia di Bill e Alice, fatta recitare a una copertine/coppia altrettanto vera di attori, in un’opera geniale quanto difficile e non certo per il grande pubblico come è stata proposta (può annoiare o scioccare chi non ne ha la chiave di lettura giusta)? In comune fra le due copertine/coppie c'è forse la cosa più importante per ogni essere umano: la ricerca della verità e del senso della vita, che probabilmente Kubrick ha cercato fino alla fine girando Eyes Wide Shut, morendo prima della conclusione del montaggio. E il senso della vita cercato in due, in copertine/coppia, è un’esperienza ancor più esaltante e straordinaria anche se, talvolta, dolorosa e apparentemente senza via d’uscita.

Ho lasciato correre la tastiera su questi miei pensieri da viaggio perché è estate, perché ci sono le vacanze. Avrei voluto fare una copertine/copertina vacanziera per questa rivista, che esprimesse il desiderio di andare lontano alla ricerca di qualcosa di grande. Se la redazione in corpore non avesse bocciato impietosamente il mio progetto, vi sareste goduti l'immagine di una spiaggia sull’Atlantico, un scintillante e imponente treruote in controluce, mia moglie sul sedile in alto che guarda l’orizzonte e un windsurf che parte da riva fra le onde spumeggianti. Avrei aperto questo editoriale grossomodo così: un tryke, mezzo moto-chopper e mezzo auto-buggy, il forcellone davanti e i cavalli di un Porsche dietro, rivisitando Kerouac e Easy Rider trentanni dopo, 900 Km in un’unica tirata, la tua donna, il vento e la forza delle onde dell’Atlantico, alla ricerca di qualcosa di molto importante.

Buone vacanze, se possibile in copertine/coppia.