Il serpente MONETARIO
Famiglie indebitate: una delle 1'000 ragioni per un intervento serio, anche se non così semplice come un'elemosina


Di Dante Balbo



Caritas Ticino incontra ogni anno un migliaio d isituazioni di disagio. Mille persone, mille famiglie, mille problemi diversi che tra programma occupazionale e servizio sociale, chiedono un intervento complesso, che ha cambiato il volto della Carità: non più solo soldi per placare una apparente emergenza, ma piuttosto consulenza, informazioni, persino rifiuto di intervenire ...

A volte il benessere è una trappola mortale, un serpente che avviluppa nelle sue spire, seducenti e assassine.


Dal servizio sociale raccogliamo


Una coppia, una coppia qualunque, con una vita normale, casa, lavoro, casa.
Vengono i figli, benedetti figli, che costano, ma tutto continua.

La crisi non è una catastrofe improvvisa, un tracollo prepotente e inaspettato, ma un veleno sottile, uno sgocciolio lento e inesorabile.
Ci sono i soldi e ci sono i prestiti, le carte di credito e i parenti generosi.
I segnali sono inequivocabili, ma nessuno li nota, perché ci si arrangia.
Piano piano, per coprire i prestiti si fanno altri prestiti, che rimangono scoperti, finché si comincia a perdere la coordinazione.
Cominciano ad arrivare i primi precetti esecutivi, che si mescolano ai richiami, alle fatture, alle promesse di restituzione.
I soldi sembra si svalutino, non bastano più e, il peggio, è che non si sa dove vanno a finire.
Progressivamente il serpente rincorre la sua coda, senza mai raggiungerla, mentre per colmo di sventura, si ingrossa sempre più.
Quando le cose sono davvero gravi, si tenta di attingere agli aiuti statali e si scopre oltre al danno anche la beffa.
Gli uffici rispondono che il reddito è sufficiente al fabbisogno famigliare, per cui niente assistenza e niente assegni integrativi per i figli.
Si mettono in moto le associazioni filantropiche, ecclesiali e non, ma senza successo, perché tutto viene inghiottito dal serpente, che ora potremmo chiamare drago.



Il trucco del serpente: il bisogno immediato

Un essere famelico come l'Indebitamento non cerca soddisfazioni a lungo termine, ma sempre soluzioni immediate per problemi estremi.
Purtroppo una concezione distorta di carità ci fa sentire in colpa ogni qualvolta non scuciamo qualche franco in risposta ad una necessità impellente che ci viene posta dinanzi.
E' terribile dire di no ad un uomo con in braccio una bambina che mi spiega che se non gli darò una certa somma domani sarà cacciato di casa dalla polizia o a una donna che afferma, mostrandomi il borsellino desolatamente vuoto, di non avere neanche i soldi per tornare a casa in bus.
Eppure è questo il mostro che inganna noi e loro, e si mantiene in vita illudendo noi di avere fatto una buona opera e loro di aver tirato a campare per un altro po'.



I "Cattivi" di Caritas Ticino: a mali estremi, estremi rimedi


Questa volta non è una situazione che vi abbiamo proposto, ma un modello che abbraccia condizioni diverse e persone difficilmente classificabili dentro uno schema preciso.
Elementi comuni fra questi diversi soggetti sono:

- una situazione debitoria intricata;
- un reddito attuale ancora presente;
- una incapacità gestionale cronica;
- una situazione immediata apparentemente disperata.

Di fronte a queste famiglie non esistono soluzioni prefabbricate, ma linee guida per l'intervento.

Restiamo nella metafora del serpente, che in questo caso ha poche affinità con quello monetario, che si riferisce alle oscillazioni delle monete all'interno della Comunità Europea, ma piuttosto con il processo di inflazione, per cui il denaro perde progressivamente il suo potere d'acquisto.


Accecare il serpente: spezzando le illusioni.

Una delle caratteristiche tipiche di queste situazioni è l'illusione che l'intervento di Caritas o del Salvatore di turno, (parroco, amico, volontario), sarà risolutivo e prezioso, perché chiuderà una falla, bloccherà un problema, taciterà un debito.
Nulla di più sbagliato, perché questa è la logica che ha condotto proprio alla situazione che si vuole sanare.
La prima cosa da fare è quindi aiutare le persone a capire che risanamento significa anzitutto un lavoro lungo, faticoso e impegnativo.
Non esistono soluzioni facili, né magiche, né si può coltivare l'illusione che prima o poi, senza cambiare stile di vita, riusciranno a venirne fuori.
Così come si deve insistere sul fatto che la causa della situazione attuale non è una sola, ma un insieme, uno stile di gestione del bilancio famigliare, una vita sempre sul filo di un tenore leggermente superiore alle proprie possibilità o mantenuto elevato anche quando le condizioni erano mutate.

Come fede e ragione non sono nemiche, stando all'autorevolezza dell'ultima enciclica papale, così intelligenza e carità non si oppongono.
La carità senza intelligenza è disprezzo della dignità della persona tanto quanto l'intelligenza senza carità.
Da qui discende una seconda regola.


Illuminare il serpente, per mostrarne la nudità

Accettare che la confusione sia inestricabile, significa permettere ancora una volta la fuga dalla realtà.
E' perciò importante essere fermi sulla necessità di fare un quadro il più completo possibile della situazione economica della famiglia.
Questa è una delle condizioni che abbiamo progressivamente imparato a porre per prendere in considerazione il nostro intervento in favore di questo tipo di disagio.
Non si può lasciarci ingannare dall'evidenza del problema immediato per ritenere che sia il primo a dover essere risolto, dimenticando quelli che lo hanno generato o, pensando che tanto a quelli precedenti non vi sia rimedio.
Il mostro che ha inghiottito questa famiglia, fino a farne vacillare le fondamenta, si deve mettere a nudo a suon di documenti, ricevute, estratti dell'ufficio Esecuzione e fallimenti, contatti con tutti quelli che prima di noi hanno avuto a che fare con questo problema ecc.
Scopo fondamentale è farsi un quadro il più dettagliato possibile, così da capire con quali priorità dobbiamo fare i conti.
Ciò che resta nell'oscurità è sempre più mostruoso di quanto non appaia se portato alla luce e, spesso, anche solo il fatto di fare ordine nella propria situazione è motivo di rinnovata speranza.
Ma non basta, perché una volta diagnosticato e riconosciuto, il male bisogna combatterlo alla radice.



Imprigionare il serpente: le regole

Una volta che si è fatto un quadro il più dettagliato possibile, siamo solo a metà dell'opera e comincia la parte più difficile.
Adesso infatti si può fare un piano di risanamento, ma per rispettarlo bisogna darsi alcune regole.

- Accettare la dipendenza nella gestione economica, che sia Caritas o chiunque altro ad assumersene l'incarico; (non si tratta di dare i propri soldi al curatore in senso stretto, a meno che questa non sia l'unica misura ipotizzabile, ma di permettere comunque a qualcun altro di controllare i conti di casa e di decidere insieme a lui quando e come spendere)
- Elaborare un bilancio mensile, sia preventivo, sia consuntivo, il più dettagliato possibile
- Sulla base delle risorse disponibili, elaborare un piano di risanamento dei debiti, che comprende diverse misure: accordo con i creditori, riduzione al minimo delle spese necessarie, interventi di enti mirati, mobilitazione delle forme di sussidiamento possibili, ecc.
- Rispetto il più coerente possibile delle regole, pena il decadere della collaborazione con il supervisore, (chiunque si ponga a fianco di queste famiglie, per sostenerle)