Ricordando KRYSTYNA



Con le parole del parroco di Castano, don Gianpaolo Patelli, pronunciate il 10 ottobre 1998 in occasione dei funerali di Krystyna Ader, vogliamo ricordarla con affetto assieme a tutti gli amici e volontari di Caritas Ticino che ci hanno lasciato.

"La chiesa cattolica in Ticino celebra, in questo fine settimana, la giornata della vita, proclamando che la vita é bella e che é bellissimo vivere. Potrebbe essere una contraddizione questa affermazione pronunciata davanti ad una bara di una mamma e di una mamma giovane, che voleva vivere e che, secondo un metro di giudizio umano, avrebbe dovuto vivere. Vi sono persone che potevano ed avrebbero potuto affermare ed esperimentare che é bella la vita, proprio grazie alla vita di lei. Ma sono convinto che questa affermazione non é fuori posto anche in questa celebrazione. Scrive l'apostolo Paolo ai cristiani di Roma e ne abbiamo appena sentito leggere un brano in quest'occasione, "nessuno vive per se stesso e nessuno muore per se stesso. Perché se viviamo, viviamo per il Signore, se moriamo, moriamo per il Signore. E così, sia che viviamo, sia che moriamo, apparteniamo al Signore" E sappiamo che, appartenere al Signore, per un credente, significa appartenere alla vita, perché il Dio a cui crediamo non vuole la morte, ma ha distrutto la morte, é il Signore della vita. "Cristo infatti, continua l'apostolo Paolo, é morto ed é tornato in vita, per essere il Signore dei morti e dei vivi". E proprio Krystyna in un suo scritto, inviato a me, pochissimo tempo fa, in occasione di una sua recente degenza in ospedale per la necessaria terapia, sembra aver fatto sue queste convinzioni, dicendo: " Ho imparato ad avere un rapporto diverso con la malattia. prima la mia domanda era: morirò o vivrò ora mi chiedo: come vivo, come devo vivere, mentre sono in vita? Sento che quando morirò, sarà il momento "giusto" per me e per tutti. Peno che al momento il Signore ha bisogno di me, se serve di me, nello stato in cui mi trovo e quindi cerco di fare del meglio, per accontentarlo". Sono parole queste che possono sembrare facili, dette da me adesso, che sto bene, ma scritte da una camera di ospedale sottoposti ad una ben determinata terapia, richiedono una particolare e profonda convinzione e fede. Ed infatti Krystyna diceva ancora: "Sono in ospedale per la chemioterapia. Ho tanto tempo per pensare, pregare, leggere ed ascoltare musica … Prego tanto Gesù che mi stia vicino; a volte mi sento "abbandonata" e non avrei ragione di sentirmi così. Prima o poi arriva sempre un segno di incoraggiamento … Non basta mai ! … Anche l'incontro della Confessione non manca mai di stupirmi: è come se ogni volta mi venisse aperto un pezzo di strada verso l'Amore … Mi dicono spesso che sono molto forte, che sono una "roccia". Quello che io sento è che è aumentata la mia fede". È proprio questa stessa fede che ci fa capire che non sono così strane le parole del Vangelo di Matteo che ci dicono: "venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi ed io vi darò completo riposo… il mio giogo è soave ed il mio peso leggero". Non domandiamoci quindi, non domandatevi, voi bambini, lei marito, voi suoi congiunti, non chiediamoci "perché proprio ora, perché proprio a lei, perché a noi? … Sono domande, che, anche se legittime dal punto di vista umano, non trovano risposta sul piano umano. La morte, come la vita, resta, per il ragionamento puramente umano, un mistero, senza risposta. Solo in Dio, in Cristo, crediamo che la morta, pur legata alla condizione umana, non è la fine della vita. I nostri morti vivono, anche se in un modo diverso da quello che noi vorremmo. Non sono a noi visibili come desidereremmo. Ma oso dire, come credente, a lei marito, a voi bambini, a voi suoi familiari e parenti: la vostra carissima congiunta vive, nella vita, che è il nostro Dio. Se in questi ultimi tempi non poteva godere pienamente della vita e seguirvi come avrebbe voluto, perché la malattia e la sofferenza la obbligava a determinate cure, ora questo è scomparso, con un altro sistema di vita, vive accanto a voi, invisibile sì, ma presente e vi ama e vi aiuta con la forza di quell'amre, che non si ancella con la morte terrena. Non è in questa bara la vostra cara, lì ci sono i resti umani di lei, ma essa vive accanto a voi ed ovunque voi siate, vi segue e certamente vi sostiene sempre, perché, con la forza di Dio che gode, continua a donarvi il bene, a guidarvi, ad amarvi.