29 - 30 luglio 2006
Emissione N° 606


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"IL VANGELO IN CASA"
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Il Vangelo in casa

Comincia in questa XVII domenica del tempo ordinario la lettura del Vangelo di Giovanni, in particolare del capitolo sesto, dedicato al cosiddetto discorso eucaristico di Gesù, nel quale afferma senza mezzi termini che Lui è il nuovo pane venuto dal cielo, la nuova manna donata al popolo per il suo cammino nel deserto di questa vita. Siamo nell’anno B della liturgia che dedica ogni anno alla lettura di uno dei vangeli chiamati sinottici perché si possono mettere in parallelo. Siccome in quest’anno il vangelo è quello di Marco, il più breve, la Chiesa dedica parte dell’estate alla lettura del vangelo di Giovanni, approfondendo il tema dell’Eucaristia.
È in questa logica di legame con il Vangelo che si deve leggere la lettura della lettera di san Paolo agli Efesini, di cui continuiamo a percorrere i capitoli. In particolare questa domenica è riservata al capitolo quarto, in special modo ai suoi primi sei versetti, in cui al centro sta l’unità, unità fra i fedeli, ma anche unità nella stessa Trinità, mediante lo Spirito Santo, che è il vincolo che la rende possibile. L’Eucaristia è il segno visibile di questa unità, ma è preceduta dal Battesimo, così come era al principio dell’esperienza cristiana, in cui Battesimo ,Cresima e Eucaristia erano un tutt’uno e ancora oggi la Chiesa li chiama sacramenti dell’iniziazione.
La benevolenza, la pazienza, la sopportazione reciproca, non sono volontaristiche espressioni del buon cuore dei fedeli, ma manifestazione di speranza, espressione di una vocazione che trova il suo corrispettivo nella azione della Trinità, che riunisce i credenti in un solo Spirito, li sottomette alla signoria di un solo Gesù, per consentire a Dio Padre di operare tutto in tutti, per edificarli e portarli alla completa maturità della vita cristiana.
Se nel vangelo è presentata l’Eucaristia, in questo frammento paolino ne sono descritti gli effetti nella comunità e ne è sottintesa la presenza indispensabile a creare questa unità e a mantenere salda la vocazione e la speranza che costituisce il cuore stesso della chiesa locale e universale.