06 - 07 agosto 2005
Emissione N° 555

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"IL VANGELO IN CASA"
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Caritas Insieme TV

Sabato:
18.10
Repliche sabato:23.45
Repliche domenica: 12.55, 18.05 e 23.35
Su TeleTicino

Il Vangelo in casa

Caritas Insieme in versione estiva propone la continuazione del Vangelo in Casa, con don Giorgio Paximadi sempre in dialogo con Dante Balbo.


La parola chiave di questa XIX domenica per la seconda lettura (Rm 9, 1-5) è “anatema”, un termine fortissimo che significa escluso, esiliato, scomunicato, isolato, allontanato dalla comunità e maledetto da Dio. San Paolo sarebbe disposto a essere trattato così, se questo servisse a salvare il suo popolo, gli ebrei, chiamati per primi alla confidenza con Dio, scelti da Lui come Popolo eletto, ma che per un misterioso disegno si sono allontanati dalla promessa di Dio, favorendo, anzi, rendendo possibile di fatto la conversione dei pagani. Senza il loro rifiuto in un certo senso noi stessi non saremmo cristiani oppure il processo di diffusione del Vangelo sarebbe stato molto più lento. Inizia così la parte della lettera ai romani in cui San Paolo spiega il rapporto fra la fede cristiana e quella ebraica, con una ricchezza di sentimenti e di linguaggio che stupisce se paragonata ai secoli di ostilità che anche nel mondo cristiano hanno caratterizzato l’atteggiamento nei confronti degli ebrei. Eppure sono proprio i nostri fratelli maggiori che hanno generato Gesù Cristo secondo la carne, nella sua umanità, con tutto ciò che questo comporta, in cultura, sapienza, conoscenza delle Scritture. Sono essi ad avere per primi l’adozione a figli, a possedere il culto come voluto da Dio, ad aver conosciuto la Sua legge, in una parola ad essere i primi destinatari della salvezza estesa a tutti gli uomini. Come in un innesto, dirà poi l’apostolo, noi siamo inseriti nel grande ulivo della tradizione ebraica, per attingerne tutta la ricchezza e la forza. Per questo è importante da un lato non imporre ai cristiani tutto il peso delle 613 norme della complessa legge ebraica, ma nello stesso tempo non dimenticare mai le nostre radici, che solo la trascendenza di Gesù ha potuto completare ad un livello superiore. Per questo è importante continuare a supplicare il signore affinché si compia il suo disegno anche per i nostri fratelli ebrei, per i quali sono sempre valide le promesse fatte ad Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè e i profeti. Il loro rifiuto della salvezza in Gesù ha permesso che questa si espandesse fino ai confini della terra, ma proprio per questo il mistero del loro ritorno nella comunione con Dio è da invocare con l’intensità di S.Paolo.