ECCLESIA la TV via satellite della CEI
Ogni settimana a Caritas Insieme

A cura di Carmen Fioriti



All'interno della nostra emissione televisiva Caritas Insieme, in onda ogni sabato e domenica, sono trasmessi alcuni servizi di Ecclesia, un telegiornale ecclesiale prodotto dall'agenzia News Press di Roma. Abbiamo posto alcune domande al direttore dell'agenzia, Franco Mugerli, sulle novità in atto rigurado all'informazione televisiva all'interno della Chiesa cattolica italiana riportate anche dai nostri quotidiani in modo impreciso e confuso.

D: Sta nascendo in questi mesi una nuova televisione cattolica in Italia. Si tratta di un'esperienza nuova o di un ampiamento delle proposte che già esistono e che proponete regolarmente via satellite a tutte le televisioni interessate?
R: La Chiesa italiana si è buttata nel settore televisivo fin dal '94, dando vita ad un telegiornale denominato Ecclesia che viene prodotto quotidianamente dalla nostra agenzia News Press, e per quanto riguarda l'attività del Papa e della Santa Sede si avvale della collaborazione del Centro Televisivo Vaticano. Questo telegiornale, insieme ad altri servizi informativi e ad alcune dirette, quali l'Angelus e l'udienza del mercoledì, vengono ritrasmesse, quotidianamente, ormai da centoquindici stazioni locali italiane più alcune emittenti estere che sono interessate. Non si può quindi parlare di un inizio dal nulla. C'è stato un lungo e lento apprendistato che ha convinto i Vescovi italiani, nel novembre dello scorso anno, durante l'assemblea straordinaria a Collevalenza dedicata alla cultura e alla comunicazione, a fare un passo in più. Un passo grosso, quale la nascita di un canale satellitare digitale su cui veicolare un maggior numero di ore di programmazione quotidiana, sia come supporto alle emittenti locali che vogliono in questo modo arricchire maggiormente il loro palinsesto di contenuti qualificati, sia pensata e strutturata e quindi organizzata come palinsesto anche per un'utenza diretta. Infatti il veicolo del canale digitale satellitare permetterà di essere colto e quindi visto da tutti coloro che sono dotati del sistema di ricezione digitale; si dice che questa sarà la televisione del futuro che affiancherà le televisioni generaliste, captabili attraverso i normali apparecchi televisivi domestici. Questa televisione digitale satellitare sarà una televisione tematica; praticamente la Chiesa italiana ha deciso di entrare in questo settore potenziando la produzione.

D: È apparso recentemente su un quotidiano ticinese un articolo dal titolo "Debutta a Bologna, con Pupi Avati, l'emittente dei cattolici". Di che si tratta, può darci qualche spiegazione?
R: In questi ultimi tempi sui giornali si sono scritte alcune cose vere ma anche cose assolutamente infondate. Ci vorrà, credo un mesetto perché si possa arrivare a definire bene la struttura del tutto. I Vescovi italiani terranno una riunione del Consiglio Permanente, praticamente il governo della Chiesa italiana, entro la fine di settembre, credo che in quell'occasione si parlerà anche dell'argomento e sarà probabilmente poi emanato un comunicato stampa.

D: Sempre nel medesimo articolo si riporta che Pupi Avati ha detto: "Non chiamatela TeleVaticana". Che cosa vuole dire? Come proseguirà il rapporto con il Centro Televisivo Vaticano?
R: Innanzitutto non si chiamerà né TeleVaticana né Tele Chiesa italiana. Avrà un nome che ad oggi non esiste ancora. Quindi non è questione di reticenza o di nascondere qualcosa, semplicemente non c'è. Pupi Avati è stato contattato dalla CEI per dare il suo apporto a questa televisione e produrrà una serie di programmi. Finora questi programmi non sono ancora identificati, quindi non è assolutamente corretto dire, come hanno scritto in alcuni giornali, che sarà il direttore artistico. Non è TeleVaticana. È un'iniziativa della Chiesa italiana, certamente dentro questa produzione, entreranno, come peraltro già viene oggi, le produzioni del Centro televisivo vaticano. Quindi tutto ciò che riguarderà il Papa e la Santa Sede continuerà ad essere seguito dalla struttura del Centro televisivo vaticano di cui ci onoriamo di poter avvalerci già da oggi.

D: Sarà quindi praticamente un ampliamento di Ecclesia?
R: Diciamo che Ecclesia è un Tg. Come dice il nome è un TG che parla ed ospita notizie di carattere ecclesiale ma non solo, la cernita di notizie che si fa è più attenta ad esprimere un giudizio oppure un contenuto che è attinente alla dottrina sociale della Chiesa e quindi si parla anche molto di società in rapporto con la vita della Chiesa. Con la preoccupazione non dì seguire le cronache minute quotidiane, ma di esprimere dei giudizi di fede. Ci sarà certamente un potenziamento dell'informazione, soprattutto dal punto di vista delle pagine culturali. Ci saranno anche tutta una serie di programmi vari, sia di attualità, di contenuto, dibattiti, momenti di intrattenimento, si pensa anche a momenti di gioco; non si vuol fare una TV soltanto per i cattolici, ma vuol essere uno strumento rivolto anche ad un pubblico che cattolico non è. Un'occasione per porre domande sul significato dell'esistenza, domande alle quali tutti gli uomini sono confrontati, quali il senso della vita, della morte, del dolore, della malattia, dell'amore. Tutte domande che oggi non sono certamente ospitate il più delle volte in una trasmisssione televisiva; Vogliamo parlare all'uomo, vogliamo parlare dell'uomo. Certamente ci sarà anche uno spazio per la catechesi.

D: Quale sarà il ruolo di News Press in questo cambiamento?
R: News Press sarà una delle strutture portanti, in particolare sarà la struttura portante delle informazioni. Certamente moltissima della produzione sarà fatta, come peraltro già avviene, con tutte le televisioni, anche all'esterno. Quindi ci sarà una parte di programmi e una parte di informazione.