Il lavoro sociale è informazione? L'informazione è lavoro sociale?

Di Patrizia Solari


C'è un nesso che appare interessante tra lavoro sociale e informazione ed è il termine di "rete", ormai sempre più utilizzato in entrambi gli ambiti.
Il modo di fare lavoro sociale deve cambiare e sta cambiando. Se infatti l'obiettivo dell'intervento degli operatori è quello di accrescere il benessere delle persone che incontrano, questo non può (più) avvenire tramite la distribuzione di prestazioni e la moltiplicazione delle risposte istituzionali ai bisogni emergenti. Da una parte perché i bisogni sono sempre più complessi e moltiplicare i servizi non è più la risposta esauriente. D'altra parte perché "non solo vi è un limite oltre il quale la rete delle strutture organizzate di servizio non può espandersi ma anche, non vi fosse il timore di bancarotta dello Stato a frenare tale espansione, vi saranno sempre bisogni che cadranno a vuoto fra le maglie di questa rete."1)

In questa breve riflessione non vogliamo entrare nei dettagli, ma solo lanciare alcuni spunti, tentando di formulare qualche collegamento.

"Le reti sociali informali possono essere sommariamente definite come possibilità di comunicazione, ovvero come l'insieme delle relazioni interpersonali che gravitano e che si intrecciano attorno alle persone (relazioni familiari, parentali, amicali, di vicinato, di aiuto/mutuo aiuto), all'interno delle quali si mobilitano le risorse (umane e materiali) che assicurano sostegno, protezione contro gli stress nonché eventuale riparazione di disagi o risoluzioni di problemi di vita." 2)

C'è poi un altro tipo di reti da prendere in considerazione, ed èquello delle reti formali, cioè di tutti i servizi e di tutte le iniziative organizzate sistematicamente per farsi carico dei "problemi" che emergono nel tessuto sociale.
Caritas si interroga sulla propria funzione di servizio sociale e riscontra con sempre più evidenza la necessità di passare dall'organizzazione di persone e luoghi erogatori di servizi all'organizzazione di persone e luoghi facilitatori di comunicazione e di passaggio di informazioni, affinché ognuno si renda protagonista della risposta al suo e altrui bisogno.
Non a caso si è incrementata l'attenzione al campo del volontariato, come mezzo di attivazione del tessuto sociale.

E' forse opportuno sottolineare che c'è una differenza tra informazione e comunicazione, laddove la comunicazione implica un entrare in relazione tra due o più persone e comporta il mettere in gioco la persona nella sua interezza, a tutti i livelli dei suoi bisogni, mentre l'informazione si limita a un passaggio di dati, informazioni appunto, senza il rapporto diretto tra le persone. Naturalmente queste osservazioni aprono un discorso molto vasto, che qui possiamo soltanto accennare.

L'utilizzo degli strumenti della comunicazione per migliorare la qualità del lavoro sociale, nella direzione delineata sopra, ci sembra un passaggio quasi ovvio, ma comporta da parte dell'operatore un cambiamento nel concepire la propria funzione nella relazione di aiuto.
D'altra parte ci sono delle evidenti analogie e convergenze tra lavoro sociale e evangelizzazione, dove il comun denominatore è l'accompagnamento della persona ad una scopertine/coperta di sé nella globalità dei propri bisogni: è dunque un lavoro culturale in entrambi i casi, ma culturale non in senso astratto e intellettualistico. Perché ne va della felicità ultima della persona, perciò di tutta la sua concretezza. Notiamo una corrispondenza tra i termini felicità, benessere, salvezza, salute, qualità di vita.

Di seguito riportiamo ora alcuni stralci del Magistero recente, che possono aiutarci a costituire nuovi legami tra i termini enunciati.

"La via attualmente privilegiata per la creazione e la trasmissione della cultura sono gli strumenti della comunicazione sociale." (Christifideles laici, n. 44.)

"Per la Chiesa evangelizzazione significa portare la lieta novella a tutta l'umanità, convertirla interiormente grazie all'influsso di questa novella e rinnovare gli uomini stessi. Non c'è però alcuna nuova umanità, se non ci sono prima uomini nuovi grazie a un rinnovamento attraverso il battesimo e attraverso una vita secondo il Vangelo. Se lo si dovesse esprimere in una parola, la cosa più giusta da dire sarebbe: la Chiesa evangelizza quando si sforza, grazie alla forza divina della novella che annuncia, di trasformare contemporaneamente la coscienza individuale e collettiva degli uomini, le attività in cui essi si impegnano, la loro vita concreta e il loro ambiente sociale." (Evangelii nuntiandi, 18.)

"La dottrina sociale oggi specialmente mira all'uomo, in quanto inserito nella complessa rete di relazioni delle società moderne. Le scienze umane e la filosofia sono di aiuto per interpretare la centralità dell'uomo dentro la società e per metterlo in grado di capir meglio se stesso, in quanto 'essere sociale'. Soltanto la fede, però, gli rivela pienamente la sua identità vera, e proprio da essa prende avvio la dottrina sociale della Chiesa, la quale, valendosi di tutti gli apporti delle scienze e della filosofia, si propone di assistere l'uomo nel cammino della salvezza." (Centesimus Annus, n. 54.)

"La dottrina sociale ha di per sé valore di uno strumento di evangelizzazione: in quanto tale, annuncia Dio e il mistero di salvezza in Cristo a ogni uomo e, per la medesima ragione, rivela l'uomo a se stesso. In questa luce e solo in questa luce, si occupa del resto: dei diritti umani di ciascuno e, in particolare, del "proletariato", della famiglia e dell'educazione, dei doveri dello Stato, dell'ordinamento della società nazionale e internazionale, della vita economica, della cultura, della guerra e della pace, del rispetto alla vita dal momento del concepimento fino alla morte." (Centesimus Annus, n. 54.)
Avviandoci alla conclusione di questi brevi assaggi al banchetto della tematica dichiarata in apertura, riprendiamo gli interrogativi del titolo: il lavoro sociale è informazione? l'informazione è lavoro sociale? Potremmo rispondere affermativamente, se avviene il passaggio da "informazione" a "comunicazione", cioè se avviene un reale incontro tra le persone e si tien conto della globalità della persona e di tutti i suoi livelli di espressione.

E per accompagnare un ulteriore passo, offriamo un'ultima citazione, che ci conduce al nocciolo della questione: "Secondo le dichiarazioni della Chiesa nuova evangelizzazione significa rendere gli uomini capaci di prendere nuovamente posizione per Dio."3)

Questo è il nostro compito ultimo, è il lavoro in assoluto da fare con gli strumenti che ci ritroviamo tra le mani, siano essi il lavoro sociale, l'informazione, la formazione, l'educazione ...