Programmi occupazionali Caritas Ticino
Attività industriali nel Sopraceneri

Di Sergio Treta


Nato come prima sede a Lugano nel 1988, da due anni ormai il Programma Occupazionale «Mercatino» di Caritas è presente anche nel Sopraceneri con attività che sono andate ampliandosi nel tempo sia come diversificazione dell'attività proposta, sia come numero di utenti impegnati all'interno del programma stesso.

La prima attività, creata all'inizio del 1994 con sede a Giubiasco, è stata quella del triage del vestiti usati. Nel maggio dello stesso anno, sui terreni che attorniano il centro Santa Maria di Pollegio, ex centro di accoglienza per i candidati all'asilo, è stata avviata una seconda attività di tipo «industriale»: l'orticoltura. Tra la fine del 1994 e l'inizio del 1995 sono state avviate atre attività: il riciclaggio di materiale elettronico, con sede a Giubiasco prima ed a Pollegio poi, lo smaltimento dei frigoriferi, con sede a Bodio in collaborazione con l'Associazione Transfer Monfeforno (A.T.M.) , e, forti dell'esperienza fatta al Santa Maria, una seconda attività orticola nella piana di Magadino sfruttando le infrastrutture dell'azienda Isola Verde di Cadenazzo.

370 tonellate di tessili trattati a Giubiasco

Grazie alla collaborazione con Texaid, in questi due anni il programma di Giubiasco, con 14 posti disponibili, ha permesso a 50 persone di poter usufruire di un posto di lavoro per un massimo di sei mesi. L'attività, pur non avendo un redditività elevata, mantiene comunque una chiara connotazione di tipo industriale: vi sono infatti le tre componenti classiche, e cioè acquisizione della materia prima, creazione del valore aggiunto e vendita del prodotto finito.

La prima fase viene realizzata in due modi: da una parte il programma si preoccupa in proprio di svuotare periodicamente un'ottantina di container di Texaid sparsi in tutto il cantone, dall'altra riceve direttamente da Texaid una quantità di tessili raccolti in altro modo.

Tutto questo materiale viene poi separato secondo la qualità (1ª e 2ª scelta) ed il tipo di tessile (cotone, lana, ...). Mentre il cotone viene ulteriormente separato e lavorato per generare un prodotto da rivendere, il resto è già pronto per passare all'ultima fase, cioè quella della vendita ad associazioni o a privati.

Nel 1995 a Giubiasco sono "transitate" circa 370 tonnellate di tessile. Grazie agli accordi e contratti presi nell'ultima parte dell'anno od in fase di realizzazione in questi primi mesi del 1996, prevediamo di portare questa quantità a sei, settecento tonnellate per l'anno che è appena cominciato: ciò comporta di conseguenza un aumento dei posti disponibili per gli utenti del programma per un totale di posti in questo settore da 15 a 25.

290 tonellate di ortaggi prodotte a Pollegio e a Cadenazzo

Accanto al potenziamento delle strutture del centro Santa Maria di Pollegio, nel 1995 Caritas ha sperimentato la possibilità di utilizzare una struttura più ampia dove impiegare disoccupati di lunga durata in orticoltura: a tale scopertine/copo è stata affittata l'azienda Isola Verde di Cadenazzo.

Qui, su una superficie di 25'000 metri quadrati, di cui 9'000 in serra dedicata a cultura hors-sol, grazie alla collaborazione con A.T.M.., sono stati impiegati 15 disoccupati, ex operai della Monte Forno, per i primi sei mesi dell'anno. Dopo questo periodo la gestione del programma è completamente passata sotto Caritas, e gli ex Monteforno sono stati sostituiti per i successivi sei mesi dell'anno da generici disoccupati. Ciò ha permesso di avere a disposizione 14 posti di lavoro mediamente nella seconda metà del 1995, e 32 utenti sono transitati in azienda nello stesso periodo.

Dopo un anno di esperienza, possiamo dire che questo tipo di attività è realizzabile anche con persone disoccupate che non hanno mai fatto gli orticultori e inoltre senza far concorrenza a nessuno: nel caso specifico è un accordo con la Federazione OrtoFrutticola Ticinese che garantisce che Caritas col suo prodotto non entri in concorrenza con gli altri orticoltori ticinesi. È quindi una via percorribile per la creazione di nuovi posti di lavoro, come la nuova legge sulla disoccupazione prevede. A tale scopertine/copo Caritas è in procinto di acquistare l'Azienda orticola Isola Verde per "garantire" l'esistenza di una trentina di posti di lavoro per disoccupati.

130 Tonnellate di materiale elettronico riciclato a Pollegio

Avendo un occhio di riguardo anche per l'ambiente, Caritas ha ormai da più di un anno aperto una attività per il riciclaggio del materiale elettronico, attività nella quale nel 1995 sono state impegnate mediamente 6 persone per una rotazione di 19 utenti.

Grazie a diversi contratti stipulati con ditte private, Caritas riceve a Pollegio materiale elettronico altrimenti destinato alle discariche. Annoveriamo tra il materiale raccoglibile televisori, computer, stampanti, fotocopertine/copiatrici. Tale materiale viene manualmente smontato, in modo accurato, e suddiviso in due categorie:

parti tecnologicamente ancora interessanti quali tubi catodici, cavi (rame), piastre elettroniche, prese in oro, cinescopertine/copi, cristalli liquidi e neon, che vengono ritirati da ditte specializzate, quali la Drisa, di Basilea: tali ditte, attraverso sofisticate apparecchiature, riescono a riciclare questo materiale evitando così che lo stesso venga disperso nell'ambiente.

Ai centri di raccolta di recupero materiali industriali vengono invece consegnati ferro, alluminio, rame, carta, vetro, piombo e ottone.

Grazie a questo lavoro, il materiale di rifiuto vero e proprio viene ridotto ad una minima parte: tale scarto, composto principalmente da legno e plastica non riciclabile, viene consegnato al Consorzio distruzione rifiuti per l'eliminazione.

Diversamente dai frigoriferi, dove il costo della vignetta copertine/copre i costi dello smaltimento, per il materiale elettronico non esiste ancora una legislazione precisa. Tuttavia anche per il materiale elettronico vi è un costo per il riciclaggio. L'atelier di Caritas di Pollegio applica le seguenti tariffe per lo smaltimento: 35.- fr.. per apparecchi TV, 55 fr. per grossi apparecchi domestici, 2.- fr./Kg per il materiale elettronico.

3000 frigo frazionati a Bodio

(passato l'esame della SENS: l'atelier di Caritas Ticino è stato riconosciuto come impianto adeguato per lo smaltimento ecologico dei frigoriferi).

Sempre nell'ambito della protezione dell'ambiente, nel 1995 Caritas, in collaborazione con A.T.M., ha iniziato a sperimentare lo smaltimento dei frigoriferi.

Grazie ad accordi con enti, corporazioni e privati ticinesi, a Bodio, in una capannone della Monteforno, viene raccolta la maggior parte (circa l'80%) dei frigoriferi domestici e non che annualmente devono essere smaltiti in Ticino: per i 9 mesi di questa attività 3085 frigoriferi sono stati smontati a Bodio.

In questo impianto, dove nel 1995 sono stati impegni 5 ex operai della Monteforno, avviene le prima fase dello smaltimento ecologico: secondo le direttive fornite dalla S.E.N.S. (Fondazione per la gestione e lo sfruttamento dei rifiuti in Svizzera) vengono recuperati il gas (freon) presente nel circuito refrigerante e l'olio del compressore. La regolamentazione pubblicata dalla S.E.N.S. stessa in merito, indica che è necessario recuperare almeno il 90% del freon presente nel circuito refrigerante. Dopo una prima fase di sperimentazione, l'impianto di Bodio è riuscito ad ottenere tale percentuale (93%) ed è stato quindi riconosciuto come impianto adeguato per lo smaltimento ecologico dei frigoriferi.

Questa prima fase prosegue e si conclude con lo smantellamento completo del frigorifero da tutte quelle parti costituenti che non contengono gas refrigerante. Come per il materiale elettronico, tali parti, più o meno riciclabili, vengono rivendute.

Le parti invece che devono essere ulteriormente trattate perché contenenti ancora rifiuti speciali vengono destinate a ditte abilitate alla distruzione o al recupero di tali rifiuti.

Dopo questo primo anno di attività, per il 1996 è previsto un proseguimento della collaborazione con A.T.M. fino alla fine del mese di giugno. Dopo tale data, visto lo scioglimento dell'associazione, il programma verrà integralmente assorbito da Caritas ed i posti messi a disposizione di disoccupati generici.

Attività industriali per 200 disoccupati

Tutto questo insieme di attività ha portato ad avere 44 posti di lavoro all'interno del programma nel 1995, pari ad una rotazione di 146 utenti che hanno usufruito di tutto o parte del programma.

Per il 1996 preventiviamo 72 posti di lavoro per una rotazione di circa 200-220 persone. Tali numeri, visti i recenti accordi e i progetti in esame, è destinato probabilmente ad aumentare nel corso dell'anno.

Con questa carellata sulle attività occupazionali di tipo "industriale" attivate in questi ultimi due anni da Caritas Ticino nel Sopraceneri, tendiamo a ribadire che è possibile creare programmi occupazionali - reali, non dei palliativi! - che pur fornendo una possibilità di lavoro per molti disoccupati non entrano in concorrenza con privati già esistenti sul suolo ticinese. Soprattutto tenendo conto del quadro della nuova legge federale sulla disoccupazione che impone in Ticino la creazione di 1300 posti di lavoro in programmi occupazionali e corsi di formazione. In questa ottica riteniamo possibile ed auspicabile che chiunque abbia a cuore la situazione disastrosa dei disoccupati ticinesi, in collaborazione con gli organi cantonali preposti a tale scopertine/copo, provi a trovare nuove idee per l'attivazione di nuovi posti di lavoro.