Il futuro è ieri: dalla rivista frammenti di storia
Farsi prossimo attraverso la generosità di tutti

Di Marco Fantoni


Il tema "povertà" è stato trattato sui numeri precedenti facendo riferimento a diversi argomenti:

"La finestra missionaria, "L'azione Croazia e Bosnia", "I progetti Caritas Ticino a favore dei bambini della Bosnia e dell'infanzia in generale" ed argomenti diversi inerenti il Terzo Mondo.

Continueremo a sviluppare questi temi di amore preferenziale per i poveri all'interno del rinnovamento della rivista senza pretendere di inventare niente di nuovo.

Sarà appunto una continuità e per lanciarla vogliamo riproporvi alcuni passaggi di articoli presentati dall'inizio del 1994 ad oggi.

La finestra missionaria è lo spazio rivolto a persone, gruppi, ed organizzazioni legati ad un discorso di Chiesa e che dedicano la loro vita appunto ad una missione a favore di altre persone.

Il primo richiamo è tratto dal numero del maggio 1994 dedicato a Suor Ludovica Pellegrini del Cuore Immacolato:

"...Poche pagine, poche parole racchiudono la vita e la storia di una persona che ha le sue origini nel Ticino, che dal Ticino è partita per rispondere alla chiamata del Padre...

Sono sola e mi metto a disposizione del Signore per le vie che egli usa condurre le anime che si abbandonano totalmente a Lui. La fede mi sostiene e con molta pace attendo di conoscere meglio il disegno di Dio..e, giorno dopo giorno si imbastisce e si cuce la piccola Famiglia delle Suore Oblate del Cuore Immacolato di Maria... Soprattutto in questi ultimi anni le Suore Oblate aprono diverse case in molti Paesi, dalla Polonia, alla Slovacchia, all'India alle Filippine all'Albania. La loro presenza in tutti questi Paesi diventa opera di preghiera e di assistenza per i più bisognosi...".

Un altro aspetto legato alle missioni è quello della divulgazione ed informazione. La Conferenza Missionaria della Svizzera Italiana è un'ospite regolare della nostra rivista. Dal numero di ottobre 1994 riportiamo alcune considerazioni sulla Giornata Missionaria Mondiale:

"Puntualmente, con la quarta domenica di ottobre si ripresenta la Giornata Missionaria Mondiale: fu istituita nel 1926, si trova scritto nella documentazione fornita da Missio, quando in Africa, Asia e Oceania c'erano circa 12 milioni di cattolici. Oggi in questi paesi i cattolici sono 130 milioni e nel mondo si calcolano in 800 milioni. Cifre confortanti, ogni tanto fa bene anche ricordale, senza farsi troppe illusioni. La GMM rimane comunque la più grande azione di solidarietà della Chiesa: in tutto il mondo i cattolici sono chiamati a pregare ed a riflettere sul mandato missionario e a donare il proprio contributo ai fratelli più bisognosi. E ciò viene fatto nelle artistiche Chiese dei paesi ricchi come nelle poverissime cappelle del Terzo Mondo. Tutti uniti per una giornata a pregare per un unico intento, dalla cima dell'Europa alla Terra del Fuoco e forse anche solo ricordare questo immenso intento collettivo, potrebbe stimolare qualche parrocchia nel quale la quarta domenica di ottobre è solo l'ultima o la penultima del mese".

L'azione Croazia e Bosnia è l'espressione della solidarietà, della Svizzera Italiana in particolare, nei confronti delle popolazioni colpite dalla guerra nell'ex-Jugoslavia, tramite Caritas Ticino. Sono state infatti molte le iniziative intraprese in collaborazione con la Caritas di Zagabria e che hanno coinvolto pure diverse parrocchie della nostra diocesi. Riprendiamo alcuni passaggi da articoli che hanno informato sull'azione:

"...Dall'inizio della guerra Caritas Ticino ha effettuato un'ottantina di viaggi in Croazia ed in Bosnia, alcuni accompagnati da rappresentanti dei diversi gruppi parrocchiali che hanno collaborato con Caritas. Circa 600 tonnellate di materiale, 2 autoambulanze e 3 automobili sono state donate alle Caritas dei due Paesi con le quali manteniamo rapporti stretti che si concretizzano anche in altri gesti come l'organizzazione ogni anno in Ticino di una colonia di vacanza per i bambini accolti nelle strutture della Caritas di Zagabria.

Le due case, acquistate dalla nostra Caritas e donate alla Caritas di Zagabria , la prima a Vrapce e la seconda a Samobor hanno potuto accogliere una quarantina di donne con i loro bambini.

L'azione di padrinato, iniziata l'anno scorso in febbraio fino ad oggi ha fruttato fr. 167'000.- , di questa somma fr. 160'000.- sono stati consegnati alla Caritas di Zagabria.

Ed è soprattutto di questa azione che desideriamo spendere qualche parola, perché grazie a voi 380 bambini sono stati presi a carico dalla Caritas. Bambini nati dalla violenza, bambini accolti nelle diverse case della Caritas di Zagabria, bambini accolti in famiglie, bambini che hanno perso i loro genitori, bambini che con le loro madri sono scappati dalle diverse zone della Croazia e della Bosnia e si sono rifugiati nelle zone libere della Croazia. L'azione di padrinato continua, proprio perché questi bambini hanno ancora bisogno del vostro aiuto. E la Caritas di Zagabria che è responsabile per questa nostra azione di padrinato, sceglie con attenzione le situazioni più bisognose e quando queste sono migliorate sposta gli aiuti su nuovi bisogni, garantendo che l'aiuto raggiunga sempre chi è più provato."(maggio 1994)

La collaborazione con i gruppi parrocchiali è stato un tassello significativo di questa azione ed ha permesso ai volontari degli stessi di contribuire in modo importante a quest'opera di condivisione. L'attenzione che è rivolta ai bambini, la parte più debole con gli anziani in queste situazioni è sempre stata un obiettivo di Caritas. Possiamo riscontrare queste osservazioni dall'articolo tratto dalla rivista del luglio 1994:

"A metà maggio, con un gruppetto di volontari della parrocchia di Locarno abbiamo fatto un altro viaggio a Zagabria per mantenere i contatti con la Caritas locale che ormai da anni è il nostro partner per l'utilizzazione degli aiuti alla ex Jugoslavia raccolti in Ticino".

"...Due giorni alla settimana Caritas affitta il teatro alla televisione croata e con il ricavato sovvenziona tutte le attività e la gestione del teatro, che funziona a pieno ritmo con spettacoli e manifestazioni di vario tipo, tutte all'insegna della solidarietà.

Inoltre, per le persone andicappate Caritas ha creato degli atelier diurni e una casa di accoglienza gestita da una comunità di suore, nata 20 anni fa quando Caritas lavorava nella clandestinità. Oggi le richieste di ospitare ragazzi andicappati sono raddoppiate e la direttrice Jelena Brajsa, che ha adottato diversi bambini di cui alcuni gravemente andicappati, vorrebbe rispondere a tutti. Ma il posto non basta proprio più. E poi se arriva qualche sussidio statale è solo per i bambini di nazionalità croata, mentre Caritas accoglie un gran numero di profughi e vittime della guerra di tutte le nazionalità, come quella bosniaca e serba, per i quali deve arrangiarsi a trovare i mezzi. Caritas non ha mai fatto nessuna discriminazione o differenza di sorta riguardo all'etnia o alla religione, e la maggior parte delle donne ospiti nelle due case sostenute dal Ticino, ad esempio, sono bosniache di religione mussulmana...".

Uno stralcio dal numero di dicembre 1994 ancora sui bambini:

"Gesù Bambino è nato nella povera grotta di Betlemme, circondato da grande amore e dal coro degli angeli. Subito dopo però è stato costretto a scappare con i propri genitori in un paese straniero, per sfuggire i mercenari incaricati di ucciderlo. In Croazia e in Bosnia tanti bambini hanno avuto il Suo stesso destino, tanti sono nati durante il calvario dei profughi, accompagnati non dal canto del Vangelo ma dal rumore dei carri armati. Tanti sono nati nei Centri profughi, all'estero, in case destinate ad accoglierli. Tante madri, umiliate, in questo tempo di Natale, portano in grembo bambini innocenti, non frutto d'amore ma di violenza.

Queste donne e questi bambini, grazie alla solidarietà ticinese, hanno trovato una casa, delle camere calde, la sicurezza e, quello che più conta, hanno capito di non essere state abbandonate, si sono sentite amate.

E' il secondo Natale che queste persone passano nella preghiera e nel desiderio di far ritorno al più presto nel loro paese, nelle loro case, unite a tutta la famiglia. Quante di loro riusciranno a realizzare questo sogno?...".

I progetti di Caritas Ticino a favore dei bambini della Bosnia e dell'infanzia in generale, è un altro argomento che nel discorso della povertà trova pure uno spazio importante. Un fondo creato a partire da una grossa offerta di un anonimo benefattore ha permesso di far fronte a richieste provenienti da altre Caritas che operano in modo particolare a favore dei bambini.

L'attenzione che Caritas presta al problema emerge da un altro articolo che troviamo sul numero dell'ottobre 1995 e che possiamo rileggere di seguito:

"Da qualche anno Caritas Ticino riceve ingenti offerte a favore dell'infanzia e questo ha permesso di cominciare a studiare alcuni progetti di un certo peso in paesi diversi dove la povertà tocca particolarmente l'infanzia. Il metodo è quello di sempre: si cercano partner affidabili che possano garantire sia la valutazione dei progetti prima di iniziarli sia l'accompagnamento delle diverse fasi di realizzazione. E generalmente il nostro partner è una Caritas.

Un altro criterio di scelta dei progetti da sostenere è che in qualche modo abbiano un legame con il Ticino. Questo perché la nostra goccia, nell'oceano di povertà che ci circonda, vorremmo che servisse anche a sensibilizzare, a coinvolgere altra gente, qui da noi, per promuovere a macchia d'olio forme di solidarietà, nella continuità, che non muoiono con gli entusiasmi iniziali alle prime difficoltà..."

Alcuni progetti sono già in atto mentre altri, quelli più grandi vengono da noi esaminati in modo approfondito e questo per non privare i primi beneficiari di queste azioni, di un futuro migliore.

L'offerta destinata in modo specifico a bambini della Bosnia è utilizzata per l'asilo a Slavonski Brod come riportato nell'aritcolo del giugno 1995:

"...Caritas ha potuto inoltre beneficiare di una donazione eccezionale di fr. 665'000.- con lo scopertine/copo preciso di aiutare i bambini della Bosnia. Questa somma è stata utilizzata tenendo presente due criteri.

1) La disponibilità di Caritas Zagabria ad essere, ancora una volta, responsbile del progetto. La scelta è stata quindi operata con loro ed è caduta sulla regione di Slavonski Brod, in Croazia, che confina con la Bosnia. In questa città situata a 180 km da Zagabria, con 55'000 abitanti (prima della guerra), durante la guerra ha accolto circa 22'000 persone che vi hanno trovato rifugio. Prima della guerra la Caritas svolgeva la prorpria attività presso le parrocchie in quanto era illegale durante il regime comunista; negli ultimi anni si è sviluppata e si è consolidata attraverso il propio lavoro in campo sociale.

2) La somma non poteva, a nostro avviso, essere destinata per un aiuto individuale, ma la sua destinazione doveva coinvolgere una comunità di famiglie, di bambini più ampia, anche differenziata durante gli anni. Da qui l'idea di continuare e terminare la costruzione di un asilo nido-scuola materna per accogliere una cinquantina di bambini profughi, vittime della guerrra e quindi con alle spalle esperienze difficili, negative. Un luogo di accoglienza diurna, ma anche un luogo di cura e di terapia.

Per portare a termine la costruzione si spenderanno circa fr. 160'000.- e per la gestione annua della struttura si calcola circa 130'000.-. Grazie all'offerta di fr. 660'000.- Caritas Ticino può garantire il finanziamento dei primi anni di gestione, sino al momento in cui lo stato potrà assumerne il finanziamento...".

Per quanto riguarda altri progetti destinati all'infanzia, siamo attivi in modo particolare in Romania e questo grazie, altre al fondo, anche ai campi di lavoro organizzati dal 1993 in questo paese dell'est europeo con lo scopertine/copo principale di far incontrare le nostre Chiese tramite i giovani. Durante queste esperienze abbiamo potuto incontrare persone e conoscere situazioni che ci hanno portato a sostenere progetti di Caritas Bucarest e di Caritas Brezoi. I campi di lavoro hanno pure permesso di sviluppare rapporti sinceri che aiutano ad un approccio serio e facilitato per far fronte alle diverse richieste. L'articolo apparso sulla rivista del luglio 1994 descrive in modo particolare l'esperienza con la parrocchia e la Caritas di Brezoi:

"...con la parrocchia di Brezoi, la Caritas parrocchiale e la Caritas Romania, dall'anno scorso è nata una collaborazione che va oltre l'esperienza del campo di lavoro. La vendita dei centrini di produzione artigianale che vendiamo nelle nostre boutiques di Lugano, Bellinzona e Locarno, permette di sostenere delle ragazze e donne che hanno pochi mezzi per vivere. Il furgone regalato da un privato ticinese che ha accolto con grande generosità il nostro appello, permette il trasporto di persone anziane e bambini a scuola.

È servito persino a fare due viaggi dal Ticino alla Romania per portare una "combinata" e una sega a "bindella" offerte da due nostre falegnamerie per poter creare una falegnameria a Brezoi, una zona di foreste con moltissimo legname, ma anche con molta disoccupazione: il lavoro c'è, ma i prezzi delle macchine sono assolutamente proibitivi. Quanti di noi hanno in cantina una motosega per tagliare ogni tanto la legna per il camino, difficilmente immaginano che a Brezoi possedere una motosega significa avere un lavoro assicurato e mantenere la propria famiglia..."

E' così partito il progetto a favore dei bambini della comunità di Valea lui Stan, villaggio nei pressi di Brezoi di cui riportiamo un estratto della presentazione apparsa sul numero di dicembre 1995:

"...Su iniziativa di Don Nicola Timpu parroco e direttore della locale Caritas, si sta costruendo un asilo per i bambini di una comunità zingara che vive nei dintorni di Brezoi. Lo scopertine/copo principale è quello di dare un'istruzione ai bambini che purtroppo conducono già alla loro tenera età una vita irregolare imparando a rubare, pianificando così il futuro in modo negativo, oltre a vivere con le loro famiglie in modo precario. L'impegno umano in proposito non è indifferente e i problemi non mancano, anche con la popolazione locale, ma è una di quelle iniziative che potrà giovare a tutti, mostrando ai fanciulli che si può vivere anche in un modo diverso da quello visto finora...".

Saltuariamente sono apparsi articoli che richiamano i problemi del Terzo Mondo e che hanno contribuito ad arricchire le informazioni inerenti la povertà come "Il controllo delle nascite" (luglio 1994), "La conferenza del Cairo" (ottobre 1994) ed altre testimonianze.

Questi sono tutti aspetti legati a quella "povertà lontana" che siamo abituati ad intravvedere tramite le varie reti televisive o i quotidiani.

Negli ultimi anni è però cresciuta la consapevolezza che anche altri tipi di povertà sono riscontrabili. Anche da noi, senza andare lontano e per chi lo vuole vedere esiste un tipo di povertà, che non necessariamente è visibile sugli schermi televisivi e si traduce sotto diverse forme.

Sono tutti quei casi che portano la gente a "fare fatica" nella vita, per diversi motivi e che vengono marginalizzati dalla società comune. Alcuni di questi casi li ritroviamo nelle altre rubriche della rivista, "La famiglia", "Impegno sociale e politico" "Giovani", ma che potranno trovare spazio anche in questa finestra.